Antennatre, giornalisti in sciopero (poi revocato) contro il dietrofront di Panto

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Le redazione di Antennatre entra in sciopero da oggi 1° giugno «per manifestare il proprio dissenso contro l’inaccettabile e univoca decisione dell’amministratore unico dell’emittente di presentare istanza di concordato preventivo nel bel mezzo della trattativa che avrebbe dovuto portare all’affitto di un ramo d’azienda». Una scelta poi revocata, dopo un’assemblea nel pomeriggio, per dimostrare «senso di responsabilità».

Lo afferma un comunicato congiunto del cdr (comitato di redazione) e della rsu dell’emittente di San Biagio di Callalta di proprietà della famiglia Panto, il giorno dopo che l’amministratore unico Thomas Panto ha annunciato a sorpresa l’istanza di concordato preventivo. Mossa che interrompe le trattative sindacali e detta un ultimatum ai lavoratori dell’emittente, che dovrebbero passare sotto la Eu Regional Media di Roberto Paladin, che entrerà con affitto di ramo d’azienda.

La scelta di Panto per il cdr «rischia di compromettere il futuro occupazionale dei 56 lavoratori di Antennatre». Dopo il primo duro comunicato di ieri, i sindacati entrano oggi in sciopero. «Thomas Panto ha deciso rompere il tavolo della trattativa condotta con trasparenza e responsabilità da parte dei lavoratori e dei loro rappresentanti – affermano i sindacati –. Lavoratori che hanno accettato riduzioni di orario e dilazioni nel pagamento degli stipendi. Va ricordato che Panto, nonostante impegni e assicurazioni, deve ancora saldare la tredicesima dello scorso dicembre e tutte le mensilità del 2016».

Dopo l’assemblea dei lavoratori, nel pomeriggio del 1° giugno: «La decisione di continuare a mandare in onda il tg – si legge in una nota dei sindacati –, tanto più in questi giorni di scadenze elettorali, è arrivata al termine di una partecipatissima assemblea plenaria, che ha visto anche l’intervento, del tutto inatteso, di Roberto Paladin, rappresentante di Euregional, società  che alcuni giorni fa ha sottoscritto con Panto l’affitto di ramo d’azienda con un business plan preciso. Paladin ha chiesto fiducia ai lavoratori e ha garantito la propria collaborazione alle parti sindacali, con le quali la prossima settimana si incontrerà per valutare il nuovo scenario del concordato che passa la gestione aziendale a un commissario nominato dal tribunale.  I lavoratori hanno respinto al mittente le accuse lanciate dall’ormai ex editore che li ha additati come responsabili del presunto naufragio della trattativa, ricordando che l’accordo sindacale era subordinato al pagamento entro il 31 maggio della tredicesima mensilità  2015. Circostanza che lui stesso ha disatteso così  come risultano non versate tutte le retribuzioni 2016 maturate fino ad oggi».

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