Ganasce fiscali, da lunedì stop (se rateizzi il debito)

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“Soddisfatto? Dovrei dire di sì visto che viene accolta in pieno la nostra tesi sostenuta da tempo, ma dico di no perché il rapporto del cittadino di fronte alle tasse è ancora troppo sbilanciato in favore dello Stato e da chi lo rappresenta”. Fabio Di Stasio, presidente dell’Upi, l’Unione Provinciale Imprese e direttore di Artigianfidi Padova accoglie con favore la circolare numero 105 di Equitalia che stabilisce che d’ora in avanti (esattamente da lunedì) basterà un’istanza alla stessa Equitalia e l’avvio della rateazione del debito per consentire al veicolo sottoposto a fermo amministrativo di tornare a circolare.
Attenzione: il sistema impositivo italiano è così bizantino che con l’istanza non si cancellano le ganasce fiscali, cosa che può avvenire solo una volta completato il pagamento del dovuto, ma di una sospensione del fermo che avrà però il medesimo effetto: quello di consentire al contribuente di poter utilizzare il proprio veicolo.

Di Stasio: «Un atto dovuto»

“Personalmente – continua Di Stasio – più che una circolare di “buon senso” la ritengo un atto dovuto perché non ha senso privare dell’utilizzo del proprio mezzo chi lo usa per produrre quel reddito che determinerà poi tasse che lo Stato incamererà. Come dovrebbe essere dovuta la rateazione a chi chiede di poter pagare dilazionando i versamenti. Invece non è ancora così perché vengono richiesti modelli ISEE col risultato che a qualcuno è stata persino negata la rateazione”. Salvo poi, come è successo per un associato, vedersela accordare non appena Di Stasio ha fatto opposizione al provvedimento.
“Quello che non riesco a capire – continua il presidente dell’Upi – è perché mai ad un contribuente che pur non riuscendo a pagare dichiara i propri redditi, venga inflitta anche l’umiliazione della “concessione” della rateazione. Siamo infatti in presenza non di un furfante che ha occultato i propri redditi o magari di un vip che ha evaso milioni di euro dichiarando una falsa residenza a Montecarlo, ma di un onesto cittadino o imprenditore che a causa delle difficoltà economiche magari non paga le tasse oggi per pagare gli stipendi, comunque dichiara il reddito e chiede ad Equitalia di pagare il dovuto con un po’ di respiro”.

Quello che chiede Di Stasio è dunque semplice. “Chi vuole pagare – conclude – deve essere messo nella condizione di poterlo fare nel modo che le condizioni di lavoro e familiari gli consentono anche perché sulla sua dilazione gravano già aggi, sanzioni ed interessi per cui la sua pena è già nei fatti oltre che nei numeri. Lo Stato, ed Equitalia per esso, adottino questa semplice equazione: chi vuol pagare è un buon cittadino. In difficoltà, ma pur sempre buon cittadino!”

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