Veneto Banca, Schiavon: soci non coinvolti

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Giovanni Schiavon, presidente dell’Associazione Azionisti di Veneto Banca che raccoglie molti “piccoli” soci della popolare di Montebelluna, non le manda a dire. E scrive una lettera durissima al nuovo presidente Pierluigi Bolla, insediato pochi giorni fa, dopo le dimissioni per motivi di salute dell’ex presidente Francesco Favrotto. L’accusa al nuovo vertice è di aver innalzato «un totale muro di silenzio, al limite dell’ostilità», interrompendo il filo di dialogo che con Favrotto resisteva. In sostanza all’associazione non verrebbe dato accesso, secondo Schiavon, al libro dei soci, come invece da diritto garantito nell’articolo 2422 del codice civile. Tanto che Schiavon preannuncia un’azione per «valere i nostri diritti ai sensi dell’art. 2422c.c., con separata iniziativa».

«Muro di silenzio, al limite dell’ostilità»

Giovanni Schiavon

Giovanni Schiavon

«Abbiamo sempre precisato di voler credere nel rilancio della Banca, come ci era stato assicurato, e, in questa prospettiva, di voler essere la voce dei piccoli soci, anche per poter ovviare alle tante carenze (soprattutto informative) necessariamente conseguenti alla Vostra convulsa ed affannosa attività, in questi difficili momenti» scrive il presidente dell’Associazione Azionisti di Veneto Banca a Bolla.

Poi attacca: «Ebbene, pur con la dovuta comprensione per tutto questo, abbiamo registrato un totale muro di silenzio, al limite dell’ostilità; fino alle dimissioni del prof. Favotto c’era almeno un dialogo di formale cortesia nei nostri confronti, ma da allora – molto inspiegabilmente – tutto si è interrotto: abbiamo più volte, ma invano, ricercato un qualche contatto telefonico, in conformità alla prassi ed alle regole di cortesia; abbiamo inviato specifiche richieste informative, con comunicazioni PEC, peraltro sollecitate, sempre a mezzo PEC, e rimaste inevase e neppure abbiamo conosciuto le ragioni ritenute ostative; abbiamo richiesto un breve rinvio dell’assemblea dei soci, spiegandone le ragioni, e neppure in questa occasione c’è stata una risposta, sia pure negativa; abbiamo chiesto di poter disporre di una copia (estratta a nostre spese, si intende) del libro soci – come ci pare di poter pretendere – e, anche per questo, nulla ci è stato risposto; abbiamo preso atto della cooptazione nel CDA di due nuovi amministratori, senza un minimo di informazione preventiva».

Parla di «anomalia comportamentale» Schiavon, e anche di una «diversa impostazione delle scelte adottate dalla Banca Popolare di Vicenza, sullo stesso tema dell’ostensione degli atti e dei documenti ai soci». E dunque, conclude, «in questa situazione, non ci resta che prendere atto dell’ennesimo mancato rispetto dell’impegno (questa volta di collaborazione) proclamato nell’ ultima assemblea.
Precisiamo fin d’ora che faremo valere i nostri diritti ai sensi dell’art. 2422c.c., con separata iniziativa. Naturalmente, di tutto ciò non si potrà non tener conto anche alla prossima assemblea straordinaria».

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