Profughi: Veneto, accoglienza da 31 milioni

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L’accoglienza dei richiedenti asilo in Veneto, gestita con i canali dell’emergenza attraverso le Prefetture, “vale” 31 milioni di euro per il 2015. A tanto ammontano i valori delle gare d’appalto bandite dalle sette prefetture della regione nei primi mesi dell’anno, rivolte ad associazioni, fondazioni, enti ecclesiastici, enti pubblici e del privato sociale che si occupino di assistenza alla persona, accoglienza e integrazione.

I bandi mirano a siglare delle convenzioni temporanee, che durino fino alla fine del 2015, fra la Prefettura – che gestisce per conto del Ministero dell’Interno lo smistamento dei profughi inviati in Veneto secondo le quote stabilite a livello nazionale – e i privati che offrono strutture, pernottamento, pasti e mediazione linguistica ai richiedenti asilo.

Tabella: i bandi delle Prefetture del Veneto per la gestione dell'emergenza profughi 2015

Tabella: i bandi delle Prefetture del Veneto per la gestione dell’emergenza profughi 2015

Bandi “ricchi” a Verona, Vicenza, Venezia e Treviso

Le prefetture venete hanno emanato bandi per 31 milioni 523 mila euro (al netto dell’Iva), con un’attesa di accoglienza per 4123 richiedenti asilo. Il primo bando lo ha pubblicato il 2 marzo 2015 la Prefettura di Padova che ha stanziato 1 milione 872 mila euro prevedendo l’arrivo di 250 profughi dal 1 giugno a fine anno. Venezia ha messo in campo 6 milioni 714 mila euro per 783 profughi (bando del 6 marzo 2015).

Belluno ospita 175 richiedenti asilo per 1 milione 329 mila euro (bando del 13 marzo). Vicenza per 795 profughi attesi mette a bando 6 milioni 817 mila euro (bando del 30 marzo). Verona 8 milioni 89 mila euro per 1080 arrivi previsti (bando del 22 aprile). La Prefettura di Treviso per 740 stranieri mette a disposizione 5 milioni 91 mila euro (bando del 5 maggio). Infine Rovigo per 300 profughi attesi ha messo a gara 1 milione 610 mila euro (bando del 6 maggio, i cui termini scadono oggi).

A enti e coop 35 euro al giorno per richiedente asilo

Questa rete temporanea deve dare una risposta agli arrivi di massa di profughi sulle coste italiane, a partire da Lampedusa, di persone in fuga da guerre e emergenze umanitarie in Siria, Irak, Libia e in altri paesi dell’Africa e del Medio Oriente. Ad essa si somma al sistema di accoglienza ordinaria della rete Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati).

I bandi, sulla base di cifre presunte sugli arrivi dei prossimi mesi, stabiliscono una base d’asta, calcolata a partire dalla cifra-base di 35 euro al giorno per ogni richiedente asilo, ovvero quanto lo Stato versa agli enti che accolgono. Con quei 35 euro – che non vengono dati al profugo ma all’ente che ne gestisce l’accoglienza – si pagano i pasti, la pulizia delle strutture, gli stipendi del personale, i mediatori linguistici e tutte le altre attività per dare inizio a un minimo di integrazione, a partire dai corsi di italiano. I fondi per la gestione dell’emergenza profughi, in questo modo, creano posti di lavoro per enti e cooperative venete.

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