Ikea a Verona, non si farà: Sboarina e Zaia affossano il progetto di Tosi

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Lo sbarco di Ikea a Verona non ci sarà. Era un progetto partorito dalla ex giunta comunale di Verona guidata da Flavio Tosi. A chiuderlo definitivamente in un cassetto è l’attuale amministrazione del sindaco Federico Sboarina, sempre di centrodestra ma politicamente distante da Tosi. «Fin dall’inizio è stata venduta alla città un’opera che non si poteva fare – ha spiegato Sboarina il 5 giugno -, promettendo ai cittadini l’arrivo di un insediamento contrario alla legge regionale in vigore e omettendo che, insieme a Ikea quale struttura di vendita di mobili e accessori per la casa, sarebbe stato realizzato anche un grande centro commerciale. Un’opera impattante e insostenibile, con una superficie tre volte quella di Adigeo. Vanno bene gli insediamenti produttivi e anche commerciali, purché siano sostenibili e compatibili con la vivibilità dei quartieri e a supporto di una miglior qualità di vita dei cittadini. Mi preme, inoltre, dire che il mancato arrivo di Ikea non avrà ripercussioni sulla realizzazione della Variante alla Statale 12, come è stato detto più volte. Quest’ultima è un’opera fondamentale per la città, finanziata da Anas, il cui iter sta procedendo».

Risale al 2014 la prima richiesta formale di Ikea al Comune di Verona, per la costruzione di un maxi store di mobili in zona Marangona. Un progetto che secondo l’attuale amministrazione era già allora incompatibile con la normativa regionale in vigore. Prevedeva la realizzazione di un centro commerciale di 120 mila metri quadri a ridosso della città, occupato per 40 mila metri quadri dallo store Ikea e per altri 80 mila metri quadri da negozi. Nell’agosto del 2016 l’allora sindaco Tosi scrisse alla Regione chiedendo una modifica al piano d’area del Quadrante Europa (PAQE), le cui destinazioni non consentivano la realizzazione dell’intervento. Dalla Regione non è mai arrivato il consenso. Poi, nonostante nel giugno 2017 sia stata approvata una legge regionale restrittiva sul consumo di suolo, il 4 luglio 2017 Ikea e il Consorzio Zai, che gestisce l’area industriale della città scaligera, stipularono un accordo preliminare, citando tra le condizioni sospensive l’approvazione in Regione delle modifiche al regolamento regionale sul commercio.

Il 1 giugno dalla Regione Veneto è partita una nota indirizzata a Sboarina, dando seguito a una lettera che quest’ultimo aveva spedito al presidente Luca Zaia in cui chiedeva chiarimenti sulla fattibilità del polo commerciale secondo le leggi regionali. Ebbene, sono diverse le normative che non verrebbero rispettate in caso di costruzione del polo Ikea: il PAQE che interessa 22 comuni del veronese, la legge sul commercio 50 del 2012, che prevede lo sviluppo di grandi interventi solo nel caso di riqualificazione di aree dismesse, la legge 14 del 2017 per il contenimento del consumo di suolo, la legge 45 del 2017 sull’urbanistica, che rende obbligatoria una pianificazione coordinata tra il comune interessato a realizzare l’intervento, se superiore agli 8 mila metri quadri, e i comuni confinanti (PATI).

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