Referendum autonomia: per l'ordine pubblico 2 mln di costi extra

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Oltre due milioni di euro di costi extra per gestire l’ordine pubblico durante il Referendum per l’autonomia promosso dalla giunta regionale del Veneto domenica 22 ottobre 2017. La “bolletta” è stata recapitata dal Ministero dell’Interno al governatore Luca Zaia, che l’ha rilanciata su Facebook con un post ad alto tasso di polemica.

A poche ore dal voto – che ha valore consultivo e conterrà sulla scheda il quesito: “Vuoi che alla Regione del Veneto siano attribuite ulteriori forme e condizioni particolari di Autonomia?” – è una notizia destinata a rinfocolare le polemiche. Che sui costi del voto si sono già ampiamente scatenate nelle scorse settimane, sventolate da chi osteggia il referendum e spinge sull’astensione: è di 14 milioni di euro il costo per le casse della Regione Veneto sul fronte organizzativo.

Si aggiungono ora i costi sostenuti dal Ministero dell’Interno, Dipartimento della pubblica sicurezza. A Zaia l’ufficio ministeriale ha inviato una “proiezione di spesa”. Per i 4.100 uomini che il 22 ottobre saranno mobilitati vanno messi in conto 1 milione 668mila euro per il lavoro straordinario (22 ore pro capite, ognuna delle quali ha un costo di 18,5 euro), 212mila euro di indennità di ordine pubblico in sede (17,25 euro al giorno per tre giorni), e 164mila euro per il vitto (4 pasti dal costo di 10 euro ciascuno). Il totale è di 2 milioni 44mila euro.

Zaia: Somma ripagata dalle tasse dei veneti

Per Luca Zaia si tratta di un «tentativo di Roma di impedire ai veneti di votare per l’autonomia». Per il presidente della Regione Veneto è «una somma che personalmente ritengo assai lautamente ripagata dal gettito fiscale che ogni anno i Veneti mandano a Roma e non ritorna sui territori. Ma accogliamo con un sorriso gandhiano anche questo ultimo tentativo da parte di Roma di ostacolare la nostra consultazione. Sarebbe come se avessero presentato a Marco Pannella, maestro di democrazia diretta e di conquiste di diritti sociali, il conto per la forza pubblica per tutti i referendum che ha organizzato per dare la voce al popolo, quando Parlamento e Ministeri non riuscivano a decidere nulla. Siamo e vogliamo restare democratici e costituzionali, pacifici e leali anche con chi ci osteggia, perché, come diceva Ghandi: ‘Prima ti ignorano, poi ti deridono, poi ti combattono. Poi Vinci».

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