Ferroli, accordo (separato) al Ministero: 343 esuberi, firma la Cisl

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Al Gruppo Ferroli si chiude la trattativa sugli esuberi: ne restano 343. All’apertura della crisi tre mesi fa l’azienda produttrice di caldaie aveva annunciato 542 esuberi (quasi la metà dei 1170 occupati) in diversi stabilimenti, dopo la chiusura di quello di Alano di Piave, nel Bellunese. Oggi, 25 settembre 2017, la Fim Cisl firma al Ministero del Lavoro un accordo in solitaria con la proprietà che prevede duecento in meno. I verbali d’accordo siglati riguardano i siti Ferroli di San Bonifacio (Verona) e Lamborghini Calor di Terre di Reno (Ferrara), dopo quello dello scorso 7 settembre per Alano di Piave.

Ma la Fiom Cgil non ha firmato l’accordo, parlando di «licenziamenti “mascherati” da incentivazione all’esodo, per di più differenziata da stabilimento a stabilimento e con una parte degli esuberi anch’essi “mascherati” da serbatoio di occupazione di riserva nei picchi produttivi. Investimenti zero, prospettive industriali scarse». Per la Fiom «manca la condizione della volontarietà e della non-opposizione al licenziamento».

Per Massimiliano Nobis, segretario della Fim Cisl Veneto, invece «nei tre accordi sottoscritti non è, ovviamente, preclusa la possibilità individuale di opporsi al licenziamento. La nostra azione di tutela non è terminata. Ora dovranno partire con Anpal e Regione Veneto le politiche attive per permettere la ricollocazione nel più breve tempo possibile ai lavoratori in esubero, di cui 309 nei siti veneti. La Fiom non firma e parla di “licenziamenti mascherati”, ma la verità è che sono reali. Per questo la Fim, accanto ai lavoratori, ha scelto di assumersi le proprie responsabilità e di governare questa drammatica situazione per ridare speranza lavorativa a coloro che lasceranno la Ferroli con la contrattazione di percorsi di politiche attive. Per questo gli interventi previsti dal “Piano di Azione” sottoscritto lo scorso 23 marzo con Anpal Servizi e la Regione Veneto sarà determinate».

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