Pedemontana veneta, la Corte dei Conti boccia la soluzione Zaia

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La Corte dei Conti boccia la “soluzione Zaia” per la superstrada Pedemontana veneta, cioè la manovra con cui la Regione Veneto il 7 marzo 2017 ha introdotto l’addizionale Irpef e ridefinito l’accordo con la concessionaria Sis che sta realizzando la grande opera fra le province di Vicenza e Treviso. In una nota del 10 maggio 2017 inviata alla Presidenza del consiglio dei ministri, a diversi ministeri, ai comuni interessati e ad alcune associazioni, oltre che alla Regione stessa, il magistrato istruttore Antonio Mezzera ha fatto il punto sullo stato dell’istruttoria aperta per vederci chiaro sul maxi cantiere pubblico-privato.

Fra i 13 punti critici (qui il documento integrale in pdf, divulgato dal comitato Covepa) spicca il numero 4, in cui una tabella calcola che i costi sotto la voce “contributo in conto esercizio” per la Regione Veneto della nuova convenzione con Sis ammonterebbero a 7,3 miliardi di euro spalmati su 39 anni. Numeri da vero boom, se confrontati con i 532 milioni di contributo in conto esercizio previsti sia dalla convenzione originaria del 2009 sia dall’atto aggiuntivo del 2013.

Fonte: Corte dei Conti

Fonte: Corte dei Conti

«Da un comunicato ufficiale della Regione Veneto si apprende che i contributi pubblici, a seguito dell’atto aggiuntivo recentemente firmato, ammontano a quanto riportato in tabella – si legge nella relazione del giudice Mezzera –. Si chiede di confermare il dato, inviando anche l’atto aggiuntivo richiamato».

«Rischio violazione norme Ue»

La nota poi entra nel dettaglio dei costi aggiuntivi per le casse pubbliche: «Pertanto, se confermato, tale radicale mutamento delle prestazioni contrattuali rischia di violare consolidati principi comunitari, incidendo su elementi sostanziali della convenzione originaria e tali da snaturarne l’originario rapporto».

Quali sarebbero questi rischi lo si spiega subito dopo: la convenzione «introduce un ulteriore contributo pubblico da 300 milioni in conto capitale; elimina i pedaggi dalla remunerazione del contraente generale e introduce un canone di disponibilità; attribuisce alla Regione i pedaggi, con conseguente traslazione del rischio. Mette conto ricordare che sia in sede di gara che nelle successive fasi processuali furono determinanti, al fine dell’attribuzione della commessa, le stime di traffico ed il contributo da parte della Regione. Si chiede pertanto una dettagliata relazione sul punto».

Nuovi documenti entro il 30 giugno

Anche gli altri 12 punti sono note dolenti. Al punto 10 ad esempio si cita il fatto che il Ministero dell’ambiente avrebbe «ignorato, a distanza di tre anni dall’approvazione del progetto definitivo, lo stato della sua evoluzione», e dichiari di essere ancora «in attesa della trasmissione del progetto definitivo per l’avvio della procedura di competenza». In introduzione alla lista di punti critici, si chiede agli enti di riferire in modo specifico sui punti stessi «anche in considerazione del potenziale danno erariale addebitabile ad alcuni soggetti coinvolti». Il termine dato dalla Corte dei Conti a tutti i soggetti per inviare i contributi è il 30 giugno 2017.

Per Massimo Follesa, l’architetto portavoce del comitato Covepa, «Mezzera imputa l’ipotesi di violazione di precise norme alla Giunta del Veneto e agli altri: nulla è giunto alla Corte dei Conti, nei sei mesi imposti dalla legge. Questo è ancora più grave poiché si starebbe muovendo nelle ipotesi di danno erariale a carico si specifici soggetti nell’ambito del procedimento di Spv».

La Regione Veneto in una nota afferma che «la redazione del documento è in corso di completamento, che i chiarimenti saranno precisi e puntuali per ciascuno degli argomenti trattati e che il materiale sarà inoltrato ben prima di tale data». Palazzo Balbi ribadisce «la strategicità dell’infrastruttura, indispensabile al sostegno delle economie di alcuni fra i distretti industriali più forti d’Europa, e pertanto la necessità di completare l’arteria nel tempo più breve possibile» e promette «la totale collaborazione con la Corte dei Conti e di essere come sempre a completa disposizione».

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