Venezia "area di crisi complessa": la richiesta della Regione al Mise

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Riconoscere il territorio comunale di Venezia come “area di crisi complessa”: è la proposta che la Regione Veneto ha inoltrato al Mise, il ministero per lo Sviluppo economico, come ha comunicato oggi 31 gennaio il presidente della Regione Luca Zaia. Le aree di crisi complessa sono quei territori in cui la recessione economica e la perdita occupazionale assumono, per la loro gravità, rilevanza a livello nazionale.

Al provvedimento è allegato un dossier che evidenzia come nel territorio del comune di Venezia siano presenti settori produttivi che presentano fattori di complessità della crisi in termini di significatività sulla politica industriale nazionale, in particolare il comparto della chimica e del metalmeccanico. Inoltre è rilevabile la condizione di difficoltà anche del settore vetrario, che contribuisce ad acuire lo stato di sofferenza del tessuto economico e sociale del territorio nel suo complesso.

Un declino diffuso a diversi settori produttivi, dunque, a fronte del quale serve, secondo la Regione, un intervento sistemico di riconversione produttiva anche per raggiungere una miglior tutela della salute a dell’ambiente. «Per questo – ha detto Zaia – abbiamo chiesto al Mise che il comune di Venezia sia inserito tra le “aree di crisi industriale complessa”, in modo che con questo riconoscimento siano attivabili risorse e investimenti per un rilancio non solo di Porto Marghera ma dei diversi settori produttivi, tra cui anche quello del vetro di Murano».

Il Ministero cura l’attuazione delle politiche e programmi per la reindustrializzazione e riconversione delle aree e dei settori colpiti dalla crisi mediante la stipula di appositi Accordi di Programma di adozione dei PRRI – Progetti di Riconversione e Riqualificazione Industriale. Qui l’elenco delle aree di crisi industriale complessa, che sono situate in Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Marche, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana e Umbria.

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