Stefanel si arrende: chiesto il concordato preventivo

FacebookTwitterLinkedInWhatsAppEmail

Stefanel ha chiesto il concordato preventivo: a deciderlo il consiglio di amministrazione riunito il 2 novembre 2016. I revisori dei conti in settembre avevano scritto nero su bianco che vista la relazione semestrale – chiusa con un debito di 84,4 milioni verso le banche creditrici – la continuità aziendale della società presieduta da Giuseppe Stefanel era a rischio.

I due mesi trascorsi da allora non sono stati sufficienti per uscire dall’angolo e così dal cda è arrivata la resa: ha deliberato «al fine di ottenere gli effetti protettivi del patrimonio della Società previsti dalla normativa applicabile a tutela di tutti gli interessi coinvolti, di presentare domanda di ammissione al concordato preventivo c.d. “in bianco” o “con riserva” ai sensi dell’art. 161, sesto comma, del R.D. n. 267 del 16 marzo 1942, procedura nell’ambito della quale l’Emittente si riserva di poter presentare un ricorso per l’omologazione di un accordo di ristrutturazione dei debiti ai sensi dell’art. 182-bis e/o art. 182-septies del predetto R.D. 267/42. Tale delibera si inserisce nel contesto delle iniziative assunte dall’Emittente finalizzate alla ristrutturazione del debito e al rafforzamento patrimoniale della Società».

Così la nota diramata in giornata da Stefanel: «La Società informa, inoltre, in nome e per conto di Finpiave S.p.A., che detiene il 20,329% del capitale dell’Emittente, che anche quest’ultima, in data odierna, ha deliberato di presentare domanda di ammissione al concordato preventivo ai sensi dell’art. 161, sesto comma, del R.D. n. 267, riservandosi di poter presentare un’istanza per l’omologazione di un accordo di ristrutturazione dei debiti ai sensi dell’art. 182-bis e/o art. 182-septies del R.D. 267/42».

Ti potrebbe interessare