VicenzaOro, artigiani delusi: "Presenze inferiori al passato"

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Si è chiusa il 7 settembre alla Fiera di Vicenza il salone VicenzaOro September 2016. Un punto fermo nel calendario delle fiere orafe, ma che quest’anno, secondo gli orafi di Confartigianato Vicenza, ha deluso le aspettative. Meno presenze che in passato, quasi nessun compratore italiano, e una predisposizione agli acquisti piuttosto “frenata” da parte di quelli stranieri. Questo in sintesi il bilancio, non proprio lusinghiero, tracciato da Onorio Zen, presidente della categoria metalli preziosi dell’associazione.

«I visitatori di VicenzaOro, in particolare quelli stranieri, dimostrano di avere le idee ben chiare sulla tipologia di prodotto da acquistare – afferma Zen – con un orientamento verso un gioiello più classico, più lineare, che probabilmente riflette una richiesta di sobrietà anche da parte del consumatore. Pressoché assenti invece i buyer italiani. Complessivamente, l’impressione è che le presenze siano state inferiori rispetto al passato».

Gli artigiani: mercato interno ai minimi termini

Onorio Zen

Onorio Zen

«L’esposizione orafa di settembre – prosegue Zen – riflette dunque quella che è l’incertezza nello scenario mondiale, che ha portato a un aumento della richiesta di oro da investimento e a una contrazione della domanda di gioielleria. Mentre resta ai minimi il mercato interno, dove la spesa per prodotti preziosi è quella più sacrificata, l’export, che nel 2015 aveva dato segnali positivi con un +4,1 per il distretto vicentino, ora mostra una fase meno intensa e le prospettive permangono incerte».

«Nonostante tutto – è la conclusione del presidente degli orafi – VicenzaOro dimostra capacità di “tenuta” nel posizionamento fieristico internazionale, che va però sempre riconfermata e rafforzata in uno scenario complesso dove anche gli strumenti di promozione per le piccole imprese, necessariamente, si devono diversificare in funzione dei mercati».

La Fiera: presenze in linea con il 2015

Non si fa attendere la replica di Fiera di Vicenza, che traccia il suo bilancio, numeri alla mano, dell’evento. Le presenze sono state 19mila, i primi ingressi 11.716, un dato che secondo l’ente fieristico è «in sostanziale equilibrio rispetto al dato dell’edizione di settembre 2015». Il 40% dei visitatori professionali è giunto dall’estero, con una sostanziale tenuta della presenza internazionale, a fronte di una lieve flessione della presenza nazionale.

Così l’andamento dei paesi di provenienza, nei numeri diffusi da Fiera di Vicenza: buona performance dell’America del nord e di alcuni paesi del centro e sud America, andamenti discordanti per l’Unione Europea. Germania, Francia e Spagna in leggero calo, Gran Bretagna, Grecia, Norvegia, Danimarca e Olanda in crescita.

Matteo Marzotto

Matteo Marzotto

Importante contrazione delle presenze e degli acquisti da parte di operatori dalla Russia, dai paesi arabi del Golfo e limitrofi, dalla Turchia, da Hong Kong.

I segnali positivi arrivano da Israele, dall’Europa centro-orientale, soprattutto Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Bosnia Erzegovina e Kazakistan, dalla Cina, dalla Thailandia. Stabile la presenza indiana

Per Matteo Marzotto, presidente di Fiera di Vicenza, «VicenzaOro ha dato ancora una volta prova di essere una piattaforma di business al servizio di tutta la filiera nazionale e internazionale, in grado di stimolare il mercato anche e soprattutto in una situazione globale non particolarmente favorevole».

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