PopVi e Veneto Banca, manifestazione dei soci truffati. Esposto di don Torta in procura

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Non solo i soci truffati, guidati dall’instancabile don Enrico Torta, ma anche tanti rappresentanti della politica. Alla manifestazione di questa sera, mercoledì 20 luglio, a Treviso (appuntamento alle ore 20.30 davanti a Porta Santi Quaranta) ci saranno un po’ tutti. Rimane da capire come i soci truffati di Veneto Banca e Banco Popolare di Vicenza accoglieranno il Governatore Luca Zaia, gli esponenti del Movimento 5 Stelle e del Partito Democratico. Per tanti soci, infatti, la politica è stata connivente allo sfacelo delle banche, chiudendo per anni gli occhi. «Per la stima che ho per don Torta e gli altri organizzatori – ha detto Zaia – vado a fare la mia presenza silenziosa. Io non sono giustizialista, ma dobbiamo pensare a cittadini che hanno perso tutto, ci sono situazioni veramente drammatiche». Dal canto suo Simone Scarabel, consigliere regionale dei 5 Stelle, sottolinea come «è importante che ci siano tutti gli amministratori del Veneto, i sindaci in prima linea con le loro fasce, noi del Consiglio Regionale, e anche i parlamentari perché mai come ora è importante muoverci come veneti. Questo caso deve avere la rilevanza nazionale che finora non ha avuto».

Questa invece la posizione del coordinamento di don Torta. «I banchieri, la finanza nazionale ed internazionale, la politica non si aspettavano che i risparmiatori veneti tenessero botta e continuassero a protestare contro l’esproprio semilegalizzato dei loro risparmi», si legge nella convocazione alla manifestazione, «sono passati otto mesi da quando abbiamo cominciato ad organizzarci e siamo sempre più forti. Faremo sentire alta e forte la nostra protesta ed avremo la possibilità di rivedere almeno parte dei nostri risparmi. La manifestazione di protesta a Treviso sarà un momento di straordinaria importanza e tutti dobbiamo impegnarci affinché vi sia la massima partecipazione di popolo». Nel frattempo don Torta non sta certo con le mani in mano: in un esposto alla procura di Treviso mette nel mirino i vertici di Veneto Banca, dagli ex ad Vincenzo Consoli e presidente Flavio Trinca in giù, accusandoli di aver fatto da regia all’operazione che ha portato alla svalutazione delle azioni dei soci, di fatto al momento con niente in mano. L’esposto parla anche di alcuni «tesori nascosti» che i vertici della Banca avrebbero tenuto per loro stornando soldi dei soci.

Ed è Renzo Mazzaro sul Mattino di Padova a riportare uno stralcio dell’esposto.  «I protagonisti dell’epopea negativa di Veneto Banca», si legge, «sono alcune figure che in tempi diversi hanno rivestito ruoli apicali nella direzione dell’istituto di credito, nonché un uomo dello Stato. Anche altro soggetto, che ha rappresentato la Repubblica a livelli elevatissimi, è meritevole di interesse. Tutti costoro, a meno che non si tratti di sorprendenti omonimie, hanno costituito e detengono attività fuori dall’Italia, con una rilevante propensione per paesi fiscalmente esotici». Si attendono sviluppi.

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