Crisi Expo Venice, naufraga il salone nautico

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La crisi di Expo Venice manda a picco il salone della nautica. Non c’è pace per il polo fieristico veneziano, che nel 2015 ha preso in gestione il nuovo padiglione Pala ExpoVenice di Marghera che doveva diventare il polo lagunare dell’Expo milanese, rivelandosi però un flop. Ora arriva un’altra tegola: Ucina, l’associazione degli industriali della nautica aderente a Confindustria, ha annullato Yachting Venice, programmato fra il 21 e il 25 aprile 2016 e organizzato in collaborazione con il Salone di Genova. Il sito della manifestazione, intanto, continua ad essere online, presentando l’evento che oltre al Pala ExpoVenice coinvolgerebbe diverse location della città.

Ieri la notizia dello stop, deciso dall’organizzazione confindustriale con sede in Liguria: «Avevamo raccolto con profondo entusiasmo la sfida di organizzare un grandissimo evento dedicato alla nautica nella città più affascinante del mondo – dichiara Carla Demaria, presidente di Ucina Confindustria Nautica – condividendo l’obiettivo della città di Venezia di coniugare l’eccellenza della nostra industria ad una location straordinaria».

Ucina a Expo Venice: se ne riparla l’anno prossimo

Carla Demaria

Carla Demaria

Se ne riparlerà, forse, nel 2017, visto che Ucina conferma l’interesse per la realizzazione di un evento in laguna. Ma intanto lo smacco resta. Ed è dovuto, spiega una nota confindustriale, alla «situazione di criticità della società Expo Venice» che ha reso impossibile «gestire le tempistiche e gli standard che questa manifestazione deve garantire; ancor più laddove le recenti passate organizzazioni del Salone di Venezia hanno lasciato uno strascico negativo negli operatori del settore». Non un bellissimo biglietto da visita, dunque, per le prossime edizioni.

E così, per «tutelare gli investimenti dei propri associati» l’edizione 2016 è rimandata ad un’eventuale versione 2017. Demaria ringrazia la città di Venezia e il sindaco Luigi Brugnaro «per la grande disponibilità e capacità di mettere a sistema le risorse del territorio a favore dell’associazione e dei suoi associati», e conferma «la disponibilità, a condizione che la risoluzione positiva delle criticità di Expo Venice si ripristini in tempi brevi, a portare le nostre competenze e know how per l’organizzazione di un evento di alto profilo quale quello che ci eravamo prefissati». Intanto Venezia potrebbe ospitare «un appuntamento associativo» già nei prossimi mesi del 2016. Un’assemblea? Non un salone, comunque.

Ronsisvalle rileva il padiglione

Umberto Ronsisvalle

Umberto Ronsisvalle

Intanto l’incertezza continua a dominare la società veneziana, che si ritrova con un buco di 3 milioni di euro in bilancio e la necessità di trovare nuovi soci, pena lo sfratto. Il 10 marzo la società guidata da Giuseppe Mattiazzo ha annunciato di aver siglato l’accordo con una cordata di investitori guidata dall’imprenditore Umberto Ronsisvalle, e raccolta nel veicolo societario Venezia 4.0, iniettando 3 milioni di liquidità nella società. Il 15 febbraio è stato siglato l’accordo sindacale per trasferire i 22 dipendenti di Expo Venice nella nuova società, scrive La Nuova Venezia, configurando un affitto di ramo d’azienda. Entro 30 giorni è annunciato un nuovo piano industriale. Troppo tardi, però, per salvare il salone nautico. Che evidentemente non è cosa che si possa improvvisare.

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