Azove compie 50 anni: da piccolo consorzio a cooperativa leader in Veneto dall’allevamento alla tavola

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Valori mutualistici e cooperativi, garanzia del credito per gli allevatori, servizi di assistenza tecnica ai soci. Il mezzo secolo di storia di Azove parte da questi elementi costitutivi. A celebrarli oggi in Villa Borromeo a Rubano 350 tra osci, produttori, partner, rappresentanti della GDO, fornitori, rappresentanti delle Istituzioni, tra cui il Vicepresidente di Confcooperative nazionale e Presidente di Confcooperative Veneto Ugo Campagnaro, l’europarlamentare (Lega) Rosanna Conte, il Sindaco di Cittadella Luca Pierobon, una rappresentanza di Confindustria Veneto Est.

Era il 1973 quando nasce, con 15 cooperative e con la denominazione di CoZoVe (Consorzio zootecnico veneto), quella che nel 1998 diventa AZOVE Associazione Zootecnica Veneta e che oggi è la più grande Società Agricola Cooperativa del Veneto e la più importante organizzazione di produttori della regione, che gestisce direttamente la filiera completa – dalla terra al consumatore – della zootecnia bovina da carne.

“Abbiamo capito che dovevamo unirci per poter sviluppare la zootecnia in un mondo che necessitava di risorse importanti, che singolarmente era difficile e rischioso mettere in campo” racconta il Presidente Alessandro De Rocco, socio Azove con la propria cooperativa La Francescana SCA che si occupa di allevamento di bovini da latte e carne, presidente della società finanziaria Finzove, socio e presidente della cooperativa di raccolta e commercializzazione prodotti agricoli La Pendana e componente di diverse associazioni di rappresentanza del settore.

Ai valori fondativi, presto si aggiungono quelli della filiera corta, della qualità garantita, della collaborazione con Università ed enti di ricerca come l’Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie per la sostenibilità e il benessere animale. “La sostenibilità, ambientale, sociale ed economica, è da sempre nel DNA di Azove e anche questa è la modernità della cooperazione, in cui coesistono modello mutualistico e imprenditoriale, agricoltura e industria” ha aggiunto De Rocco. Sono temi oggi sempre più sotto i riflettori dei cittadini e dell’UE, che proiettano Azove in una prospettiva di leadership, pur in un contesto caratterizzato da una sempre maggiore attenzione alla salute di uomini, animali e ambiente e tendenze alimentari orientate al vegetale e alle carni sintetiche.

Oggi il gruppo conta su circa 80 soci, allevatori privati e cooperative, che operano in tutte le province del Veneto, ha un fatturato di circa 170 milioni di euro ed è guidato dal 2019 da un direttore generale donna, Michela Tedesco, vicentina, manager di consolidata esperienza in progetti di cambiamento aziendale, nella gestione strategica, organizzativa e finanziaria di realtà strutturate e complesse. Con l’apertura nel 2020 di uno stabilimento di produzione e lavorazione delle carni a Cittadella, è stato aggiunto l’ultimo tassello della filiera che permette di portare direttamente sulle tavole dei consumatori, attraverso le più importanti insegne della Gdo, con grossisti e macellerie su tutto il territorio nazionale, un prodotto di eccellenza.

Oggi, mercoledì 8 novembre, sono in programma 2 sessioni di approfondimento, con 10 relatori e 4 panel. Alle 9.30, nella prima parte dedicata ad ‘Azove Sostenibile: tra benessere e salute’ si parlerà di ricerca e sviluppo nella filiera Azove, di carne e nutrizione moderna, di benessere animale, biosicurezza degli allevamenti e sostenibilità. Alle 15:30 il focus si sposta su cultura del lavoro e sulla gestione delle risorse umane nella sessione intitolata ‘Generazioni comunicanti’.

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