Economia veneta, segnali in chiaroscuro: preoccupa la frenata prevista in autunno

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Calano gli investimenti e rallenta la ripresa: questa la previsione dell’economia veneta a partire dall’autunno.

L’osservatorio Economia e Territorio del Centro Studi Sintesi di Cna Veneto ha presentato un report sottolineando come la recente evoluzione dell’inflazione, dei tassi d’interesse e degli investimenti, potrebbe portare ad un possibile rallentamento della ripresa  economica del Veneto già a partire dall’autunno.

Il calo degli investimenti, ad esempio, è iniziato già nel primo trimestre del 2023. Questo significa che le aziende hanno già percepito una certa difficoltà di approccio agli investimenti, con la attuale crescita dei tassi di interesse la situazione diventa  penalizzante. Nello  specifico in Veneto il tasso degli investimenti è cresciuto più della media nazionale con un +3,3% nel primo semestre, rispetto al dato nazionale +2,8%. La situazione viene definita “sospesa” perché si attende l’evoluzione autunnale.

Si registra anche un miglioramento del Pil del +1,4% e dell’export con una crescita del +9% nel primo trimestre 2023. Questo nonostante le criticità globali relative al conflitto Russia-Ucraina. Un altro dato incoraggiante che non si  registrava da tempo è quello relativo alla ripresa del numero di imprese artigiane: a giugno 2023 si è  registrata una inversione di tendenza con un +0,4% rispetto a marzo. Segno positivo anche per quanto riguarda i consumi con il supporto dell’andamento del turismo. Questi, infatti, sono tornati ad  un livello pre-pandemico con una previsione per il prossimo anno di ulteriore  crescita.

La preoccupazione resta, sia sul fronte imprese che sul versante famiglie, la crescita dei tassi di interesse ha registrato un +2,3% negli ultimi dodici mesi per quanto riguarda i prestiti per l’acquisto di  abitazioni.

«Non ci resta che attendere » commenta il Presidente CNA Veneto, Moreno De Col «è necessario, a nostro avviso, sostenere le politiche nazionali di supporto alle imprese per contenere l’inflazione e auspicare  che non ci siano ulteriori aumenti dei tassi di interesse che potrebbero soffocare le famiglie frenando i consumi, oltre che impattare sulle imprese creando una contrazione  degli investimenti ed una perdita di liquidità».

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