BCC di Verona e Vicenza, utile a 32 milioni. Obiettivo fusione con BCC Patavina

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BCC di Verona e Vicenza chiude il 2022 con un utile netto a 32,34 milioni di euro, determinando un rafforzamento patrimoniale che porta i fondi propri a 300 milioni di euro. La raccolta diretta è in aumento del 3,4% e sfiora i 2,5 miliardi di euro. Cresce anche la raccolta indiretta (investimenti dei clienti in titoli di stato, fondi comuni, polizze assicurative e gestioni patrimoniali) che tocca 1,3 miliardi di euro con il risparmio gestito che si attesta a 936 milioni di euro. Gli impieghi della BCC si attestano a 1,78 miliardi di euro (+3,25%), con masse amministrate che superano i 5,5 miliardi di euro.

Il CET 1 Ratio, indicatore sintetico di solidità della Banca, si attesta al 23,87%. I soci sono 18mila e i clienti circa 100mila. Il Total capital ratio raggiunge il 24,30% e il Texas ratio, che misura la solidità e la rischiosità della Banca, raggiunge il 4,4%, migliorando la performance registrata negli scorsi anni. Il cost income è al 51,68%. Prosegue la politica prudenziale degli accantonamenti con la copertura delle sofferenze, che raggiunge il 95%, pur in presenza di garanzie reali negli affidamenti a clientela.

«La vitalità delle nostre imprese e il cambio di passo della politica monetaria, con il rialzo dei tassi e l’aumento del costo del denaro ha generato una grande vitalità – dichiara il direttore generale di BCC di Verona e Vicenza, Leopoldo Pilati – che in qualche modo ha premiato il lavoro e gli sforzi delle banche che hanno operato bene e con lungimiranza».

BCC di Verona e Vicenza riprende dopo la pandemia la tradizionale linea di dialogo in presenza con la sua base sociale, per rilanciare i valori della socialità, della mutualità, della cooperazione. «Le recenti serate in cui la Banca ha incontrato i soci in tutte le zone di operatività sono state un successo oltre ogni previsione – spiega il presidente Flavio Piva –. Questo ci conferma quanto sia ancora sentito e percepito il legame stretto con le comunità, il territorio con cui collaboriamo e che sosteniamo concretamente con i nostri servizi e con la nostra attività. Abbiamo confermato la crescita della banca in termini di numeri, di masse amministrate, di patrimonio- continua Piva- sottolineando con dati e testimonianze il nostro impegno per la socialità, il volontariato, la cultura, l’ambiente, la formazione, i giovani. Su questi temi e su queste progettualità stiamo investendo concretamente».

BCC di Verona e Vicenza, la storia e la crescita

Dopo la fusione nel 2021 tra Banca di Verona e Banca San Giorgio Quinto Valle Agno, alla quale è seguita nel 2022 l’integrazione di CereaBanca 1897, oggi BCC di Verona e Vicenza opera in 177 comuni, con 54 filiali e 415 dipendenti. Una realtà che opera su un territorio vasto in 7 province, dal Trentino al Mantovano, e che si estende principalmente nelle province di Verona e di Vicenza. Ora il progetto a cui la banca lavora da mesi è la fusione con BCC Patavina. «Per ora – dice il presidente Piva – abbiamo avuto riscontri positivi dai soci e dal mondo delle imprese e questo ci incoraggia a proseguire l’iter».

«Delle 54 filiali della banca 30 si trovano nell’area territoriale di Vicenza e 24 in quella di Verona – spiega Pilati –. Apriremo entro il prossimo biennio due filiali, riposizionandoci in territori per noi strategici: una a Peschiera sul Garda e l’altra a Rosà nella zona del Bassanese. Benché l’80% della nostra clientela utilizzi correntemente la moneta elettronica e gli strumenti del conto online, stiamo rinforzando la rete dei presidi sul territorio, soprattutto per gli imprenditori e per le famiglie sui servizi evoluti e di consulenza. Per gli investimenti, la pianificazione, la messa a punto di nuovi progetti servono riferimenti sicuri e un partner di fiducia. Su questo stiamo costruendo una relazione sempre più forte, imperniata sul ruolo filiale-centrico dei nostri sportelli».

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