Caro bollette, in Veneto «a rischio 76 mila imprese e 375 mila lavoratori»

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La folle corsa dei prezzi di gas ed elettricità non ammette esitazioni. Il Presidente di Confartigianato Imprese Veneto Roberto Boschetto lo dice chiaro e tondo: «Rischiamo un’ecatombe di imprese. Per questo partiamo con una campagna stampa e social con cui il Sistema Confartigianato Imprese Veneto, forte delle sette associazioni territoriali e dei loro 140 sportelli distribuiti in tutta la regione, si mette a disposizione degli associati, e non, con task force dedicate ad affrontare il dramma del caro bollette da diverse angolazioni: sindacale, lavoro, credito, fiscale e di servizi dedicati come il consorzio CAE».

«Da nostre stime -prosegue Boschetto-, in regione sono a rischio 76.500 MPI con 375.500 addetti (il 22,4% degli occupati delle imprese) di 43 settori. Servono interventi immediati ma anche altrettanto rapide riforme strutturali per riportare i prezzi dell’energia sotto controllo e scongiurare una crisi senza precedenti. Artigiani e piccoli imprenditori veneti hanno già pagato oltre 2,1 miliardi di euro in più negli ultimi 12 mesi e la cifra rischia di raddoppiare a 4,2 miliardi entro fine anno. Cifre pesanti come macigni sul futuro delle aziende che, oltre a pagare le conseguenze della guerra in Ucraina, subiscono le fragilità della nostra politica energetica».

«Ci aspettiamo quindi risposte adeguate da un Governo che gestisce 1.000 miliardi di spesa annuale pubblica e vanta un credito di 1.100 miliardi di credito erariale. C’è lo spazio per recuperare quanto serve per confermare e potenziare le misure già attuate da questo Esecutivo: azzeramento degli oneri generali di sistema per luce e gas, proroga e ampliamento del credito d’imposta sui costi di elettricità e gas per le imprese non energivore e non gasivore. Inoltre va fissato un tetto europeo al prezzo del gas e va recuperato il gettito calcolato sugli extraprofitti, per non aggravare la situazione del bilancio pubblico. In questo contesto di emergenza chiediamo anche che siano azzerate le pratiche relative all’installazione di impianti di autoproduzione e autoconsumo».

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