Automotive Vicenza, indagine Cgil: il 90% delle aziende produce per l'estero. «Serve transizione industriale»

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Il 90% delle aziende della filiera dell’automotive presenti sul territorio di Vicenza producono per l’estero. È quanto emerso da uno studio, condotto da Matteo Gaddi della Fondazione Claudio Sabattini e promosso anche da Ires Veneto, presentato questa mattina, 29 settembre, durante un’assemblea indetta da Fiom e Filctem Cgil. La ricerca, che ha preso in analisi il tessuto industriale vicentino e ha coinvolto molte aziende delle due categorie durante l’anno 2021.

Sono intervenuti il segretario generale della Filctem Cgil, Marco Falcinelli e il segretario generale della Fiom Cgil, Michele De Palma. Al centro della riflessione la necessità di una transizione industriale del settore automotive per rispondere alla sfida climatica.

Falcinelli: «Investire sui biocarburanti»

«Sull’automotive con le sue filiere e in generale sull’industria della mobilità di questo paese è necessaria la realizzazione di una seria politica industriale – il commento di Marco Falcinelli – che sia accompagnata dal sistema pubblico che regoli i processi della transizione e che tenga presente il ruolo primario dei lavoratori legati a questi settori. È necessario investire nelle tecnologie di transizione. Ad esempio, per l’automotive un ruolo importante possono investirlo i biocarburanti che non emettono elementi climalteranti e allungano la vita della produzione industriale del motore endotermico. Le raffinerie di Marghera e Gela hanno convertito i loro processi ed oggi producono Biocarburanti. Ma le accise connesse a questi prodotti rischiano di affondarne lo sviluppo. Se vogliamo raggiungere gli obiettivi europei sulla Just Transition saranno necessari interventi in questi settori. È l’unico modo per cogliere questi obiettivi salvaguardando l’occupazione e la sostenibilità ambientale».

De Palma: «I bonus non bastano»

«In questi anni, gli interventi sull’automotive messi in atto dal ministero dello Sviluppo Economico sono stati tesi a sostenere esclusivamente la domanda con incentivi e bonus all’acquisto dell’auto elettrica – ha affermato Michele De Palma –. La politica dei bonus non risolve le criticità che sta vivendo il settore dell’automotive. I numeri dell’export della componentistica italiana, presentati oggi, sono allarmanti. Le aziende della filiera hanno dimostrato in questi anni una capacità di resilienza straordinaria, con la conquista di una parte importante del mercato tedesco e francese, per sopperire alla mancanza di politiche industriali nel nostro Paese. Occorre contrattare la transizione industriale per il clima, per garantire l’occupazione, e assicurare condizioni di lavoro e salari. Chiediamo al nuovo governo di intervenire con un piano straordinario di politiche industriali per il settore automotive».

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