Come possono gli investitori preservare la loro ricchezza mentre l'economia italiana viene colpita duramente dall'aumento dei prezzi dell'energia?

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Gli inizi dei conflitti tra Ucraina e Russia hanno fatto scivolare le economie mondiali in crisi. Già nel corso dell’emergenza pandemica i prezzi delle materie prime strategiche erano aumentate, rispetto al periodo pre-Covid 19, e la guerra ha innalzato in maniera significativa i costi.

In particolare, l’Italia ha accusato questa esponenziale impennata perché dipende fortemente dalle forniture estere, in particolare quelle russe, sia per la fonte di energia primaria del nostro paese, quindi il gas naturale, ma anche per le materie prime essenziali alimentari e per la produzione di diversi settori.

Boom dei prezzi dell’energia: l’indebolimento dell’economia italiana

La guerra in corso frena l’economia in Europa, e soprattutto in Italia, che ha visto ridursi il Pil nel primo trimestre e crescere le ombre sulla crescita nei prossimi mesi. Il Bel Paese dipende dal 40% circa del fabbisogno nazionale dal gas di Mosca e quindi, dopo i blocchi con la Russia, le bollette degli italiani sono esplose.

(Image: Confindustria.it)

Il governo è corso ai ripari cercando di stringere nuovi contratti con altri paesi per non vincolarsi e dipendere da un unico stato. Ha liberalizzato l’installazione degli impianti fotovoltaici ed ha individuato un nuovo strumento per la compensazione dei prezzi dell’energia e dei materiali. Ha stanziato, nella prima metà del 2022, circa 14 miliardi di euro di cui 11 a favore di famiglie e imprese, e 3 per iniziare degli interventi strutturali sulle energie rinnovabili e il gas e a sostegno del settore dell’automotive e dei micro-processori. Buone basi, ma limitate rispetto alla caduta economica che stiamo vivendo.

Maxim Manturov, Responsabile della consulenza sugli Investimenti presso Freedom Finance Europe, afferma che: “Gli sviluppi geopolitici nell’Europa orientale porteranno al crollo delle basi del dollaro statunitense e del sistema finanziario degli USA. Questo mese, i ministri dell’Energia di Cina, Russia, India e Arabia Saudita (AS) hanno espresso la loro volontà e disponibilità a condurre accordi sugli idrocarburi in renminbi e rupie. Le importazioni totali di idrocarburi dalla Cina da AS e Russia sono pari al 32,6%. Il fatturato globale lordo del mercato delle materie prime nel 2021 è stato di 7,2 trilioni di dollari, di cui gli idrocarburi rappresentavano poco meno della metà. La combinazione di questi fattori potrebbe amplificare lo slancio della crescita energetica”.

Dove investire in tempo di guerra

Il panorama finanziario negli ultimi tempi non è roseo. Crollano i prezzi sul mercato e, all’ombra di una probabile recessione, gli investitori si chiedono dove investire i loro soldi. Per prima cosa, senza farsi prendere dal panico, non devono stravolgere i loro portafogli, ma diversificarli con scelte equilibrate.

Spesso si ricorre ai cosiddetti beni rifugio come gli immobili o l’oro, perché resistono meglio del denaro alla svalutazione, o dei risparmi in banca, in quanto queste ultime sono molto più esposte al fallimento. Il metallo giallo ha un valore intrinseco che si mantiene costante nel tempo, oscilla, ma non subisce mai un crollo totale. Investire in oro, o altre materie prime e metalli preziosi, non implica comprare necessariamente i lingotti, ma acquistare titoli legati all’andamento dell’oro, gli ETC, ovvero gli Exchange Traded Commodities.

Non solo beni rifugio

Oggi è poi possibile investire il denaro anche in beni più moderni, come ad esempio le criptovalute e le opere d’arte digitali che hanno quotazioni che tendono a crescere e possono essere delle buone alternative da considerare in questo momento delicato. E’ il caso di Ethereum (ETH) che si è ben posizionato negli ultimi anni, grazie anche al successo del metaverse, gli NFT e DeFi, mantenendo un andamento in crescita e può essere una potenziale impiego di denaro redditizio a lungo termine. Oppure Solana (SOLUSD), conosciuta per i costi bassi di transazione e la sua alta velocità, ha un futuro promettente.

(Image:TrandingView.it)

Ancora, ci sono i titoli di Stato, perché è difficile che uno Stato possa fallire. Ovviamente, è meglio non investire in titoli di Paesi coinvolti nel conflitto ma piuttosto in quelli economicamente forti. Oppure scegliere le azioni hi-tech e quelle dei mercati emergenti. O i beni reali, ovvero i prodotti definiti tangibili, in settori quali le risorse naturali, le infrastrutture energetiche o il mondo degli immobili.

O gli Exchange Traded Funds (ETF), che sono fondi di investimento indicizzati, hanno rischi limitati in base alla tipologia di ETF scelto e si può ricevere un rendimento costante a breve e medio termine. I settori più brillanti su cui puntare con un ETF sono: green Economy, alimentari alternativi, spazio e robotica. Un’altra opzione può essere quella di investire in valute estere, cioè in monete che hanno corso legale in altri Paesi. Quelle che sono storicamente forti sono il franco svizzero o lo yen giapponese.

Rispetto al passato, oggi investire in Borsa è sicuramente più accessibile, sia per il capitale iniziale necessario, sia per le procedure richieste. Grazie al trading online ci sono degli investimenti finanziari dai buoni rendimenti raggiungibili a tutti e le alternative non mancano.

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