Acconciatori: nonostante la pandemia i clienti rimangono «fedeli»

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Effetto pandemia sui saloni di acconciatura ed estetica: secondo una ricerca commissionata da Confartigianato Imprese Veneto a Community Research e analisys, il 53,4% dei padovani fruisce dell’acconciatore con la stessa frequenza che aveva prima della pandemia, mentre il 4,3% degli intervistati ha dichiarato di recarsi nel proprio salone di fiducia addirittura più frequentemente rispetto al passato. Un dato rilevante è però rappresentato dalla percentuale dei padovani che hanno dichiarato di recarsi dai professionisti della bellezza meno volte rispetto al passato. Si tratta del 42,3% degli intervistati. Tra le cause individuate, la principale (52,9%) riguarda la prolugata chiusura dei saloni, che nel 2020 hanno dovuto abbassare le serrande per oltre sessanta giorni, a causa delle misure di contenimento del Covid 19. Ma dalle risposte emergono anche altre motivazioni: il 25,7% teme di contrarre il virus dagli altri clienti oppure dal personale del salone. Il 7,1% ha deciso di dedicare meno tempo alla cura dei propri capelli perché sono venute meno molte occasioni di socialità. Il 5,7% dichiara di avere meno tempo per se stesso, mentre la stessa percentuale lo reputa meno importante di prima.

La ricerca, finanziata da Ebav, l’ente bilaterale per l’artigianato veneto, ha evidenziato una situazione diversa per quanto rigurda i centri estetici. Nel Padovano, il 50% degli intervistati ha dichiarato di recarsi dall’estetista con la stessa frequenza rispetto al passato, mentre il 9,3% lo frequenta addirittura di più rispetto alla fase pre pandemia. Il 40% degli intervistati, invece, usufruisce di trattamenti estetici con una frequenza inferiore se paragonata a quella precedente al marzo 2020. Anche in questo caso, le principali motivazioni sono diverse: la chiusura dei saloni (27.3%), il timore di contrarre il virus (27,2%), la mancanza di occasioni di socialità (22,7%).

“Come tanti colleghi –afferma Ennio Mazzon, Presidente del Sistema di categoria Acconciatura ed estetica di Confartigianato Imprese Padova – ho provato un senso di forte smarrimento all’arrivo della pandemia che ci ha costretto alla chiusura già ad inizio 2020 e a più riprese. La forza del nostro mestiere è quella di trasmettere benessere e quindi fiducia, e con questa prospettiva abbiamo tutta l’intenzione di guardare avanti: la pandemia ci ha insegnato molte cose e ci deve stimolare a migliorare, ad esempio osservando i nuovi bisogni dei nostri clienti. La ricerca di mercato che abbiamo commissionato ha il duplice scopo di comprendere cosa si aspettano i consumatori, alla luce dell’esperienza pandemica, e di suggerire come le nostre imprese debbano posizionarsi per essere pronte a cogliere le richieste del mercato. Nonostante tutto, il Covid-19 ci ha permesso di dimostrare quanta attenzione prestiamo nei nostri esercizi per garantire standard elevati di sicurezza e di igiene, al punto che qualcuno ha coniato per noi il termine “ambulatori di bellezza”. Perché questo siamo: professionisti. Ci rende orgogliosi perciò rilevare dall’indagine che, in questo periodo sfavorevole, rimane comunque intatta la fiducia del cliente verso il proprio consulente di bellezza. Questo ci dà forza per continuare a proporre nei nostri esercizi esperienze sempre più orientate al benessere, perché la cura della bellezza soddisfa un bisogno psicofisico oltre che estetico”.

Nel settore dell’acconciatura e dell’estetica, in provincia di Padova, operano 2.224 imprese (1.535 acconciatori, 689 centri estetici), che occupano 4.524 addetti (3.247 nell’acconciatura e 1.277 nell’estetica). L’Ufficio studi di Confartigianato Imprese Padova ha stimato una perdita di oltre 16 milioni e 400mila Euro per il settore, durante il lockdown.

Dopo l’alternarsi delle limitazioni imposte al comparto, per la necessità di contenimento dell’emergenza sanitaria, ora i professionisti della bellezza fanno i conti con una realtà in cambiamento. Ma un dato rassicurante è rappresentato dal rapporto di fiducia tra consumatori e professionisti: l’88,6% degli intervistati ha dichiarato di non aver cambiato il proprio parrucchiere negli ultimi 12 mesi. La percentuale sale per l’estetica: il 94,5% è rimasto fedele al proprio salone.

“Diversi gli spunti pratici emersi su cui lavoreremo con percorsi formativi ed informativi ad hoc per dare ai colleghi gli strumenti per migliorare –conclude Mazzon-. Uno dei primi indicatori è senz’altro la necessità di ascoltare meglio il cliente. Emerge che lavoratori, pensionati, studenti, casalinghe, ecc. sono tutti target diversi, ciascuno ha attese specifiche nei confronti del proprio consulente di bellezza: c’è chi presta più attenzione alla salubrità e alla garanzia di igiene e sicurezza, chi alla qualità dei prodotti, chi alla flessibilità degli orari o ad altri fattori. Questo ci deve indurre ad offrire servizi sempre più su misura. Un secondo input è la fiducia che i clienti continuano a nutrire nei confronti di parrucchieri e estetisti di fiducia. Dobbiamo investire in questo “tesoretto di stima” ampliando ancora di più la gamma di trattamenti offerti: consulenze su prodotti, outfit, cura dell’immagine, prevenzione e salute, eleganza e portamento. Terzo tema: la cura della bellezza significa cura del proprio benessere e salute. Data l’attenzione che tutti ormai pongono allo star bene, diventa necessario coniugare i trattamenti di bellezza a occasioni per trasmettere benessere. Lo si può fare in diversi modi: migliorando l’accoglienza e l’esperienza del cliente in negozio, avviando progetti di collaborazione con altri esperti ad esempio nel campo della nutrizione e dell’equilibrio psicofisico, oppure sostenendo progetti di carattere sociale che pongono attenzione alla prevenzione delle malattie.

 

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