Benetton, nel contratto arriva il venerdì breve: si stacca un'ora prima (anche in smart working)

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Benetton introduce il venerdì breve a parità di salario e regolamenta lo smart working. Le novità per l’azienda di Ponzano Veneto arrivano dal contratto integrativo aziendale appena siglato, che sarà valido fino al 31 dicembre 2023 e riguarderà gli oltre 1200 dipendenti delle sedi di Ponzano Veneto, Castrette di Villorba e delle sedi periferiche, oltre a quelli di Fabrica a Catena di Villorba. Il contratto, denominato “Accordo per l’innovazione e lo sviluppo”, è stato siglato da Benetton Group e dai sindacati Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil.

Contratto Benetton, part time fino al 20%

Il nuovo contratto, si legge in una nota diffusa dall’azienda, favorisce l’equilibrio tra lavoro e vita privata e familiare, con l’estensione dell’utilizzo del part time fino al 20% delle risorse nelle formule orizzontale, verticale o misto. Sempre guardando alla conciliazione tra lavoro e famiglia, si punta a rendere strutturale il lavoro agile da remoto tutelando i tempi di riposo e di disconnessione dai dispositivi, pianificando in tal senso anche riunioni e appuntamenti di lavoro. Si introduce, inoltre, in presenza o da remoto, il venerdì breve, con l’orario che termina un’ora prima.

Per quanto riguarda i genitori con bambini in età scolare, con la possibilità ad esempio di svolgere colloqui da remoto con gli insegnanti anche durante l’orario di lavoro, flessibilità in entrata e nella pausa pranzo, ma anche con un Baby Gift, buono regalo per tutti i nuovi nati, il Welcome back mom per le donne che rientrano dalla maternità, l’accesso prioritario al Ponzano Children, le borse di studio ai figli dei dipendenti con una giornata di conoscenza dell’azienda. Viene poi confermata la banca ora etica per donare tempo ai colleghi che ne hanno bisogno.

In un’azienda che si caratterizza per la convivenza di ben quattro diverse generazioni (dai baby boomer fino alla generazione Z) il nuovo contratto prevede varie azioni per la gestione del passaggio di know-how, formazione in affiancamento tra senior e junior, accompagnamento e supporto della risorsa più esperta che si prende cura e promuove la crescita di quello più giovane, formazione sulla gestione del trasferimento delle conoscenze.

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Formazione e autoimprenditorialità

Altrettanto decisivo è il rinnovamento delle competenze, che sarà attuato attraverso la formazione continua anche da una piattaforma aziendale dedicata (Colors Academy o il programma Be Digital), e lo sviluppo di nuovi processi organizzativi, in particolare nell’ambito strategico della logistica (con l’apposito progetto United Colors of Logistics). Un’altra voce riguarda il sostegno alle iniziative di autoimprenditorialità con la possibilità, offerta ai lavoratori, di aprire punti vendita a marchi Undercolors.

Azienda e Rsu aziendali, in un quadro di positive relazioni sindacali, hanno poi dato vita ad un modello di commissioni paritetiche dedicate in particolare a formazione e carriere, welfare e conciliazione, diversità e inclusione e sostenibilità, lavoro agile e inquadramento. Il premio aziendale è legato proprio all’aumento delle ore pro capite di formazione rispetto all’anno precedente e all’obiettivo del raggiungimento del pareggio di bilancio nel 2023.

Si è scelto inoltre di rendere il contratto pubblico e fruibile internamente da tutti i lavoratori, per questo verrà redatto secondo una narrazione chiara ed esplicativa, stampato e consegnato a tutte le risorse interessate affinché possano supportare la trasformazione e le azioni di cambiamento ed evoluzione dell’azienda.

Benetton, il commento di azienda e sindacati

«Con una storia consolidata di oltre 60 anni, Benetton Group si trova oggi ad affrontare nuove ed importanti sfide, caratterizzate da profondi cambiamenti sia sociologici che di mercato – si legge nella premessa del contratto integrativo –. La pandemia da Covid-19 ha enfatizzato ulteriormente la necessità di un cambiamento di strategie di posizionamento, di una revisione dei perimetri, dei mercati e dell’offerta e, non ultimo, di una trasformazione radicale delle competenze».

Il ceo di Benetton Group Massimo Renon ha commentato: «Oltre un anno fa, nel momento più difficile per l’economia globale, abbiamo intrapreso la sfida di rilanciare l’azienda con il chiaro intento di azzerare qualsiasi visione miope legata al ridimensionamento degli organici e alle conseguenti ricadute occupazionali sul territorio. Ci siamo concentrati invece su obiettivi di sviluppo futuro, innovazione e crescita sostenibile, condividendo la traiettoria con le organizzazioni sindacali e mettendo al centro del nostro progetto la volontà, le competenze e le preziose capacità del nostro capitale umano. Questo risultato, di cui sono personalmente orgoglioso, è stato possibile grazie alla disponibilità, maturità e professionalità di tutti gli esponenti delle sigle sindacali che, con passione e tenacia, hanno condiviso questo cammino avendo il nostro medesimo obiettivo: il futuro e il benessere delle persone che lavorano per Benetton Group, la nostra risorsa più importante».

«È un accordo storico e di traino a livello nazionale – affermano i segretari generali delle sigle sindacali di Massimo Messina (Filctem Cgil), Gianni Boato, (Femca Cisl), Rosario Martines (Uiltec Uil) –, di diritti e formazione continua per tutti i dipendenti, che trasporta l’azienda in un percorso innovativo su smart working, part time e, in generale sul tema della conciliazione lavoro-famiglia. Benetton è la prima azienda del territorio che regolamenta lo smart working, ponendo il diritto alla disconnessione al centro dell’accordo; sono oltre mille i dipendenti dell’azienda che sono stati messi nelle condizioni di lavorare da casa. Ma non solo: con questo integrativo, per la prima volta gli operai avranno l’indennità della malattia pagata al 100%, anche per i primi giorni di assenza. Infine, l’accento sulla formazione, con il premio annuo di welfare determinato dall’incremento delle ore complessive dedicate dai lavoratori alla propria formazione: una rivoluzione che pone al centro non i risultati finanziari, ma l’accrescimento del bagaglio culturale dei dipendenti».

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