Veneto, raddoppiati gli ettari coltivati a barbabietole bio. Coldiretti: «Pericolo cimici asiatiche»

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Sono quasi raddoppiati gli ettari in Veneto coltivati a barbabietola bio. Secondo i dati elaborati da Coldiretti, nel 2021, la superficie vocata alla coltivazione di bietola secondo l’indirizzo biologico è di 688 ettari, 252 in più rispetto all’anno scorso. Una campagna bieticola che spinge verso la sostenibilità, commenta Coldiretti Veneto, che ha sempre definito la coltura degna di attenzione  per la sua capacità di migliorare le caratteristiche del terreno e per la grande potenzialità di accumulare il carbonio, che la rende tra gli indirizzi colturali con la migliore impronta carbonica.

Per questo è importante la recente decisione di un aiuto regionale inserito nell’assestamento di bilancio.  Il consolidamento delle superfici coltivate con il metodo biologico è un altro segnale importante nel percorso di sostenibilità delle produzioni che vede impegnate molte imprese agricole.

In Veneto il Bio va forte, ma c’è preoccupazione per le cimici

La presenza della cimice asiatica sui frutteti preoccupa gli agricoltori veneti in vista dell’imminente raccolta delle varietà precoci di mele. Coldiretti ha incrociato i dati dei monitoraggio dell’insetto e conferma la diffusione più intensa dopo che il 2020 aveva fatto registrare una generale diminuzione. Secondo il coordinatore scientifico del progetto di Coldiretti Verona che dal 2019 monitora la presenza del parassita sulle frutticole, Dott. Massimiliano Pasini di AGREA Centro studi «La situazione della diffusione e intensità di popolazione della cimice asiatica (Halyomorpha halys) nell’area sud veronese (melo e pero) è tornata a preoccupare, dopo che il 2020 aveva fatto registrare una generale diminuzione. La media di presenze stagionali è di 13 cimici adulte e 18 in fase giovanile, contro rispettivamente 8 e 5 nel 2020».

La vespa samurai sta producendo  i suoi effetti di contenimento, ma come per tutti i metodi di lotta biologica servono anni per vedere i risultati tangibili. Le popolazioni devono trovare gli equilibri, le cimici sono ancora numerose visto che l’azione dell’insetto utile si assesta al di sotto del 20% delle ovature. Tutti i metodi aggiuntivi dai presidi sanitari alla cattura massale – sono necessari per riuscire a debellare dall’inizio il fenomeno che nell’anno passato è stato notevolmente ridimensionato naturalmente. Il timore è che il 2021 sia difficile per gli agricoltori come due anni fa quando intere colture di mele, pesche, pere, kiwi sono state decimate.

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