Razzismo e indifferenza a Verona, in un cortometraggio. Parte il crowdfunding per «Pizza!»

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Ignorare un episodio razzista è complicità? Fino a che punto si può accettare la violenza? Sono le tematiche che due videomaker veneti raccontano in un cortometraggio, mettendo in scena fatti reali, episodi di xenofobia e non accettazione realmente accaduti nel Veneto. Un progetto ambizioso (visto anche il momento di crisi per il mondo dello spettacolo) quello di Filippo Tommasoli, fotografo e filmmaker veronese e Tommaso Giacomin, filmmaker veneziano, che insieme hanno dato il via al cortometraggio «Pizza!» e al crowdfunding per sostenerlo.

Anna, giovane universitaria e rider porta-pizze; Bruno, operaio metalmeccanico, e la coppia formata da Carlo, immigrato di seconda generazione e Diana, studentessa e attivista politica. Sono i protagonisti di «Pizza!»: le loro vite sono destinate a incrociarsi, loro malgrado, a Porta Leoni, in pieno centro a Verona, in un crescendo di violenza che pone sia i protagonisti che il pubblico di fronte alla difficoltà di prendere posizione netta di fronte agli episodi di violenza, tracciando una linea sottile tra indifferenza e complicità.

Razzismo, integrazione, ipocrisia dei valori borghesi

Razzismo, integrazione, ipocrisia dei valori borghesi, mascolinità tossica, omertà e il mondo dell’estrema destra: il cortometraggio tocca diverse tematiche, mostrando eccessi e contraddizioni più che mai vive del tessuto sociale e politico di Verona, specchio ormai dell’intero Paese. Ne sono esempio i continui fatti di cronaca nera che riempiono le pagine dei giornali, tra aggressioni, risse, violenze e richieste di aiuto rimaste inascoltate.

«Sono due anni che lavoriamo a questo corto e finalmente, con grande sforzo, siamo riusciti a realizzarlo,  sebbene in un anno così difficile, grazie anche al supporto di una produzione che è tutta under 35 – spiegano i registi Tommasoli e Giacomin, che non hanno solo diretto e prodotto Pizza!, ma anche scritto la sceneggiatura -. Sentivamo l’urgenza di raccontare questa storia, che si ispira purtroppo a fatti realmente accaduti, proprio a Porta Leoni. Indaghiamo così la realtà che stiamo vivendo, usando il linguaggio dell’arte come mezzo per sensibilizzare le coscienze sul tema della difficile scelta tra complicità e azione individuale, indifferenza e cambiamento sociale».

La raccolta fondi è attiva per i prossimi due mesi ed è aperta a chiunque voglia contribuire, anche con soli 5€, e può essere raggiunta qui: https://sostieni.link/26717

Giacomo Porra

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