App obbligatoria smartphone, ecco come traccerà i contatti

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«Se è una scelta di sanità pubblica, bisogna renderla obbligatoria». Anche perché l’alternativa è «aspettare i casi positivi alle porte dell’ospedale». Così Luca Zaia, presidente della Regione del Veneto, è tornato sulla scelta di far scaricare una app obbligatoria smartphone per tracciare i contatti dei cittadini. «Ho letto dei commenti fuori luogo. So che c’è un discorso di privacy, ma c’è la necessità di intercettare i contatti, anche e soprattutto quelli fortuiti. Gli esperti del settore dicono che il tracciamento funziona se almeno il 60% della popolazione ha installato l’app. Ripeto: se non lo si vuol fare, benissimo: aspetteremo i malati in ospedale».

App obbligatoria smartphone, ecco come funzionerà

Ma come funzionerà l’app per il tracciamento? «Servirà soprattutto per i contatti casuali – ricorda Zaia -. Un esempio: un veneziano e un siciliano si incontrano in treno, e chiacchierano fra loro. I loro smartphone registrano che sono a meno di due metri e parlano per più di 15 minuti, tracciando il contatto». Ed è questo il punto cruciale: saranno tracciati i contatti fortuiti, quelli di cui spesso le persone non si ricordano. «I due neanche si scambiano il numero di telefono – continua il Governatore -. Ma quando uno dei due viene trovato positivo, la lettura del suo smartphone segnala il contatto. Così si potrà avvertire l’altra persona, con un duplice vantaggio: saprà di essere venuta a contatto con un positivo ed eviterà di incontrare altre persone, contagiandole nel cose fosse positivo anche lui».

Rimane aperto il nodo: sarà l’app nazionale, Immuni, o il Veneto avrà la propria? «Abbiamo proposte tutti i giorni, forse l’errore è stato quello di non averla già preparata,

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Elezioni in autunno, «scelta non condivisa»

«Sulle elezioni, noi Governatori coinvolti, avevamo avuto una bozza di decreto dal Governo che prevedeva la possibilità di fare elezioni a luglio – continua Zaia -. Sono andati nei consigli dei Ministri, ne è uscita una cosa diversa. Spero che abbiano almeno il buongusto di dire al presidente della Repubblica che il provvedimento, che vieta di fatto le elezioni a luglio, non è stato concordato con le Regioni».

 

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