Vinitaly, edizione 2020 rinviata a giugno

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Anche Vinitaly si piega al nuovo Coronavirus, e alle restrizioni alla mobilità da e verso l’Italia che la sua diffusione sta imponendo. La 54esima edizione del salone internazionale di riferimento dei vini e distillati slitta di due mesi: le nuove date sono dal 14 al 17 giugno 2020. Solo pochi giorni fa, il 27 febbraio, Veronafiere aveva affermato di voler mantenere, per dare un forte segnale di fiducia al sistema produttivo, le date inizialmente previste, ovvero dal 19 al 22 aprile.

Ma nel frattempo l’aggravarsi della crisi del virus Covid 19 nel lombardo-veneto ha alzato il “muro” di precauzione da parte dei governi esteri, rendendo sempre più concreto lo spettro di un’edizione disertata dai buyer esteri, in particolare nordamericani. Di qui, in accordo con gli operatori del settore, le sofferta decisione del rinvio. La notizia, rimbalzata per ore sul web, è stata confermata in serata sul sito del salone.

Il comunicato di Vinitaly

«In considerazione della rapida evoluzione della situazione internazionale che genera evidenti difficoltà a tutte le attività fieristiche a livello continentale, Veronafiere ha deciso di riposizionare le date di Vinitaly, Enolitech e Sol&Agrifood dal 14 al 17 giugno 2020, ovvero nel periodo migliore per assicurare a espositori e visitatori il più elevato standard qualitativo del business». Così Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere in chiusura del Consiglio di amministrazione della Spa, riunitosi oggi.

«Vinitaly, insieme ad OperaWine – ha proseguito il direttore generale –, si svolgerà quindi in un contesto temporale in cui grandi eccellenze del made in Italy, quali Cosmoprof e Salone del mobile, per esempio, avranno il compito di rilanciare con forza l’attenzione dei mercati internazionali e l’immagine dell’Italia. In questo frangente ringraziamo le aziende per la fiducia che ci stanno dimostrando».

La decisione è stata frutto di un’attenta analisi dei dati disponibili oltre che dell’ascolto delle posizioni degli stakeholder del mercato, incluse le principali associazioni di settore: Unione Italiana Vini, Assoenologi, Federvini, Federdoc, Federazione vignaioli indipendenti e Alleanza delle Cooperative settore vitivinicolo.

«Lo spostamento a giugno di Vinitaly e di altre importanti manifestazioni internazionali nelle città di Milano e Bologna – spiega Maurizio Danese, presidente di Veronafiere – è un segnale che il made in Italy scommette su una pronta ripresa economica nei settori chiave del sistema-Paese. Auspichiamo quindi che il nuovo calendario fieristico nazionale possa generare una rinnovata fiducia ed essere strumento con cui capitalizzare la ripartenza del nostro Paese».

Veronafiere attiverà una task force per assistere i propri clienti in ogni ambito necessario alla riorganizzazione delle manifestazioni posticipate e in stretta collaborazione con le associazioni di riferimento predisporrà tutte le azioni di incoming necessarie a garantire la presenza di buyer e operatori professionali qualificati. Sulle nuove date, inoltre, Confcommercio Verona e Cooperativa Albergatori veronesi hanno espresso massima disponibilità per favorire lo spostamento delle prenotazioni.

Nel 2021 Vinitaly sarà in calendario nelle sue date consuete (18-21 aprile); date che sono frutto dell’accordo con l’Union dei Grandi Cru di Bordeaux (UCGB) col quale dal 2013 c’è un accordo nato per incontrare le esigenze dei protagonisti del mondo del vino, buyer e stampa internazionale in particolare.

Confagricoltura: «Scelta di buon senso»

Paolo Ferrarese, presidente di Confagricoltura Verona, commenta a caldo la decisione: «Con la situazione in evoluzione dell’emergenza coronavirus, che non va verso uno schiarimento dal punto di vista sanitario, ci aspettavamo tutti questo rinvio, anche perché avevamo già molte notizie dall’estero che visitatori e buyer avrebbero disertato l’appuntamento – spiega -. Il Vinitaly rischiava, quindi, di essere quest’anno visitato da poca gente, e con pochi buyer e poche trattative, sarebbe stato peggio di una fiera rinviata. Siamo rammaricati ovviamente per il disguido, anche per le ripercussioni che ci saranno per i nostri agriturismi e le nostre cantine per via di disdette e mancate prenotazioni, ma riteniamo che quella di Veronafiere sia una scelta di buon senso, rispetto a un problema che ci auguriamo vada esaurendosi con l’arrivo della bella primavera e l’aumento delle temperature».

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