Montecchio Maggiore: due contagi in fabbrica, alla Fis scatta lo sciopero

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Alla Fis, azienda chimica di Montecchio Maggiore, nel Vicentino, nelle ultime ore sono stati confermati due casi di contagio da Coronavirus tra i dipendenti. In risposta a questa situazione, il sindacato Filctem Cgil e la Cgil provinciale hanno indetto uno sciopero di sedici ore a partire da lunedì 16 marzo.

«In queste ore i casi conclamati di contagio al corona virus sono due – si legge in una lettera inviata dalla Cgil al prefetto di Vicenza e al sindaco di Montecchio Maggiore –, siamo a conoscenza di un probabile terzo caso, ma oltre a delle misure di contenimento con quarantene cautelari di coloro si pensa siano stati a contatto con i contagiati, la direzione non ha collaborato proficuamente, a nostro giudizio, con la rappresentanza interna dei lavoratori».

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«Per le ragioni di contagio, per garanzia della salute e sicurezza dei lavoratori – prosegue il documento che porta la firma dei segretari generali della Filctem Cgil di Vicenza Giuliano Ezzelini Storti e Michele Corso e del segretario generale della Cgil di Vicenza Giampaolo Zanni -, le Rsu avevano chiesto più volte un rallentamento delle produzioni al minimo: cosa che nelle settimane scorse era già prevista, ma mai attuata. La Rsu aziendale ha dichiarato un pacchetto di 16 ore di sciopero, con prima fermata lunedì 16 marzo 2020».

La replica dell’azienda

L’azienda replica con una lunga nota: «Già nelle prime ore dalla notizia interessante la diffusione dell’epidemia da coronavirus nel Comune di Vo’ Euganeo – vi si legge -, sono state prontamente attivate le prime misure di tutela, non solo dando applicazione a procedure interne vigenti ma individuando anche immediate azioni di prevenzione. In particolare, dallo scorso 24 febbraio ha preso avvio un percorso di sviluppo, pressochè quotidiano, di interventi diretti a contenere il rischio di diffusione del contagio non solo nello Stabilimento di Montecchio Maggiore ma anche nei siti produttivi di Lonigo e di Termoli (Molise)».

Tra le azioni messe in atto, si legge nella nota dell’azienda, la sospensione temporanea dall’attività lavorativa dei dipendenti provenienti dalle zone sottoposte a cordone sanitario nonché dai comuni limitrofi a quello di Vo’ Euganeo, oltre che delle donne in grvidanza, stretta regolamentazione delle trasferte e degli spostamenti intersito del personale aziendale, preferenza per le  riunioni da remoto e ricorso al lavoro agile laddove possibile.

«Nell’ambito del confronto sviluppatosi con le Rappresentanze sindacali dei lavoratori – prosegue Fis – è stata, inoltre, avviata l’analisi per l’adozione in tempi brevi di un piano di rallentamento e contenimento delle attività aziendali compatibile con le particolari caratteristiche che connotano un’impresa chimico-farmaceutica, qual è Fis, anzitutto in termini di complessità degli impianti, di processi produttivi, di destinazione ad uso terapeutico delle sostanze farmaceutiche da realizzare. Pur consapevoli che ogni sistema di prevenzione, soprattutto se adottato con carattere d’urgenza, è migliorabile, riteniamo di aver dedicato e di dover continuare a dedicare la massima attenzione per la tutela della salute di tutti i collaboratori dell’azienda e per gli impatti sociali provocati dalla gravissima epidemia in corso».

«Un’ultima precisazione ci preme fornire relativamente all’ulteriore e ancora grave affermazione sindacale circa i “licenziamenti unilaterali” disposti nelle ultime ore dalla società – si conclude la nota -. Il riferimento è relativo all’esito dei periodi di prova di trenta lavoratori occupati con contratti a termine, dei quali solo due, appunto i casi incriminati, non sono stati confermati esclusivamente sulla base di una valutazione negativa della prova prestata».

Foto: http://www.defacci.it

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