Coronavirus, in Veneto frenano i contagi ma è picco di vittime in un giorno (+37)

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Nel tardo pomeriggio del 25 marzo i casi di Covid-19 registrati in Veneto sono 6.582 (140 in più rispetto alla mattinata), con 1.754 ricoverati di cui 318 in terapia intensiva. Sono invece 485 le persone dimesse dal 21 febbraio e 273 (+37) i deceduti risultati positivi al virus. Quella di Padova è la provincia più colpita dai contagi, seguita da Verona (1.317), Treviso (1.188), Venezia (880), Vicenza (856), Belluno (306) e Rovigo (105) mentre 118 casi sono ancora in attesa di assegnazione e altri 128 hanno il domicilio fuori dal Veneto.

«Io spero che da questa vicenda ne usciremo con una sanità più forte» ha detto il presidente della Regione Luca Zaia nel corso della conferenza stampa per la presentazione dei dati. «Dovremo investire in modo massiccio sulle strutture del Veneto e mi auguro che alla fine di tutto ciò si sciolgano molti legacci burocratici che ora imbrigliano l’imprenditorialità e la macchina pubblica», ha aggiunto Zaia annunciando che è stata approvata la Vas (Valutazione di impatto ambientale ) per il nuovo ospedale di Padova. «Nessuno deve dormire sonni tranquilli. Tutti devono avere le protezioni. Tutti devono usare le precauzioni. Non siamo felici con 258 morti, questa è già una sconfitta anche se si concludesse qui il numero dei decessi. Qui il virus ha fatto danni e questa non è una influenza come ci dicevano. Il modello matematici dice che ci sarà una costanza di contagi, patologici e gravi».

«Le restrizioni restano le stesse, salvo nuove decisioni nazionali che potrebbero arrivare oggi» ha aggiunto Zaia. «Sto valutando una deroga perché mi segnalano problemi per le famiglie con bambini e ragazzi autistici che hanno bisogno di muoversi e uscire. Di certo non voglio vedere passeggiate, scampagnate o cose del genere».

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