Coronavirus, Coldiretti: «Per l'agricoltura veneta perdite fino a 50 milioni al mese»

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Perdite calcolate fino a 50 milioni di euro al mese. È quanto rileva Coldiretti Veneto presente ieri 3 marzo al Tavolo Verde convocato a Mestre. Secondo l’associazione la cifra interessa l’intero settore agroalimentare veneto con una concentrazione particolare nell’area rossa dove circa 200 aziende agricole coltivano 600 ettari vocati alla viticoltura e olivicoltura con un indotto turistico notevole.

I numeri fanno riferimento all’azzeramento della clientela negli agriturismi, così come registrato per le altre strutture ricettive, e alla mancata fornitura di prodotti del territorio per la ristorazione, soggiorni, pernottamenti, campeggi e tutto quanto inerente all’indotto turistico del Veneto che conta più di 60milioni di presenze annuali.
Per superare l’impasse legato alla carenza di manodopera straniera nei campi, richiamata nei Paesi d’origine per la psicosi, in piena stagione di raccolta avviata, Coldiretti ha chiesto di ripristinare forme semplificate di voucher lavorativi per l’impiego di pensionati, studenti e inoccupati.

«Agriturismi e ristoranti dei Colli al momento sono i più colpiti da ordinanze di blocco e disdette. Calcoliamo che non sono solo le 164 aziende agricole di Vò a pagare il prezzo del coronavirus, è l’intera filiera agroalimentare dell’area euganea ad essere entrata in sofferenza a causa dei timori ingiustificati sulla sicurezza dei prodotti – ha dichiarato nel corso dei lavori del Tavolo Verde l’assessore regionale all’agricoltura Giuseppe Pan – Il comparto agricolo del Veneto con un’unica voce difende la sicurezza dei propri prodotti agricoli e chiede di essere tutelato da un danno di immagine che ha già decurtato il valore della produzione lorda per un valore stimato del 30 per cento: eppure il Covid 19 non si tramette certo bevendo una bottiglia di vino o mangiando un pezzo di grana».

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