Coronavirus, in Veneto 6 aziende artigiane su 10 chiudono dal 26 marzo

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Circa 6 aziende artigiane su 10 in Veneto chiudono da giovedì 26 marzo 2020 per rispettare i Dpcm dell’11 e del 22 marzo che impongono lo stop alle attività «non essenziali», per fermare l’avanzata del Coronavirus. La stima è di Confartigianato Veneto, il cui osservatorio ha calcolato che 77 mila 700 imprese artigiane del Veneto dovranno rimanere chiuse dalla mezzanotte di oggi 25 marzo 2020. Un numero che secondo l’Osservatorio della Confartigianato Imprese Veneto vale il 61,6% del totale in Veneto (126 mila circa). Il numero di addetti che si trovano a casa dal lavoro è di 188 mila 352, pari al 57,5% del totale dell’artigianato veneto.

LEGGI L’ELENCO DELLE ATTIVITÀ ESSENZIALI AGGIORNATO AL 25 MARZO

«Lo stillicidio di decreti – in arrivo nelle prossime ore una possibile ulteriore modifica agli elenchi dei codici Ateco che devono chiudere -, la loro pubblicazione in tarda serata e gli annunci aumentano – afferma Agostino Bonomo, presidente di Confartigianato Imprese Veneto –, la complessità del momento e rischiano di accrescere l’insicurezza e il senso di smarrimento di quanti nella difficoltà continuano ad operare garantendo servizi fondamentali. È fondamentale che nelle prossime ore il Parlamento, in fase di conversione del decreto Cura Italia, accolga il più possibile gli emendamenti proposti dalla Confartigianato e tenga conto anche di queste ulteriori nuove limitazioni. Devono essere previsti stanziamenti dedicati a integrazione degli esistenti per sostenere le imprese».

«Ad oggi in Veneto – prosegue Bonomo – sono state 6.700 le imprese che hanno aperto la procedura per usare FSBA tutelando 27.000 dipendenti, siamo già al 20% di aziende artigiane e loro dipendenti in cassa integrazione. Un numero mai raggiunto nemmeno nella grande crisi del 2011/2013 e destinato solo ad aumentare con la prevista chiusura delle tante attività produttive non “indispensabili” programmata da domani 26 Marzo e dall’impossibilità nel mondo dipendente artigiano, dove l’80% sono operai, di continuare a lavorare in modalità smart working».

Artigiani chiusi, i settori più colpiti

I settori maggiormente colpiti dalle chiusure, secondo l’associazione datoriale, sono l’edilizia (esclusi gli installatori di impianti che possono operare) con 37.320 aziende chiuse, seguite dal comparto del benessere (12.128), dalla metalmeccanica con 10.368, la moda (5.824), il legno/arredo con 5.794 e l’artistico con 2.799 attività chiuse. Sul fronte degli addetti che restano senza lavoro, il settore più coinvolto in termini assoluti è sempre l’edilizia con 62.500 persone seguito dalla metalmeccanica 44mila, la moda 25mila, il benessere con 24.300, il legno/arredo con 18mila e 7.500 quelli che operano nell’artistico.

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