«SI Rating», l'algoritmo Made in Italy che misura la sostenibilità delle imprese

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Un algoritmo Made in Italy per valutare come e quanto un’azienda sta operando nel segno della sostenibilità, secondo gli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’Onu. Si chiama «SI Rating» e a idearlo è Ada Rosa Balzan, responsabile nazionale dei progetti di Sostenibilità in Federturismo Confindustria con alle spalle vent’anni di progetti sul tema.

«Sostenibilità non è solo efficientamento energetico. È solo uno degli aspetti che vanno presi in considerazione lato ambientale, insieme a quelli sociali e di governance, definiti criteri ESG – afferma Balzan –. L’Italia è fatta di PMI, ogni settore ha le sue caratteristiche e le dimensioni stesse dell’azienda determinano anche il peso degli strumenti. Per questo SI Rating non ha una valutazione unica valevole per ogni settore di attività ma opera sulle 77 differenti tipi di industria identificata dal SASB (Sustainability Accounting Standard Board – organizzazione leader negli USA per la definizione degli standard di rendicontazione non finanziaria) e restituisce una fotografia puntuale e obiettiva di come l’azienda sta performando in relazione anche alla sua dimensione sulle tematiche ambientali, sociali e di governance e ai 17 obiettivi della Agenda 2030 delle Nazioni Unite – gli SDGs – basandosi su un algoritmo che può sviluppare fino a 80mila miliardi di combinazioni».

Il SI Rating ha lo scopo da un lato di valutare le performance aziendali rispetto agli aspetti ESG ma anche di fornire le basi per impostare un sistema di gestione in grado di portare l’azienda a migliorare in ogni area della sostenibilità.

Ada Rosa Balzan

«In Italia la tematica della sostenibilità è relativamente giovane e troppo spesso la si considera solo sinonimo di green, ambiente, efficientamento energetico, ma è anche sociale e governance – prosegue Balzan –. I rating ESG stanno diventando il riferimento indispensabile di qualsiasi prodotto e servizio, l’unione europea sta accelerando molto su questo tema negli ultimi mesi, la finanza sostenibile ha sempre più peso anche nel nostro paese, la sensibilità dei consumatori è notevolmente cresciuta e lo stesso valore reputazionale di una società deriva per il 40% dalle sue performance sulla sostenibilità».

Per Balzan «alle aziende mancava una piattaforma facile, intuitiva che desse loro l’opportunità di valutare le proprie performance sul loro sistema di gestione della sostenibilità da cui partire per costruire anche il loro piano strategico aziendale e la comunicazione basandosi su dati oggettivi per non incorrere nel rischio di green washing».

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