Prosecco, vittoria del Consorzio Doc: addio al bancomat delle bollicine

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È durata pochi giorni la trovata della vineria londinese Vagabond Wines che ha subito provocato una selva di polemiche tra i produttori di vino veneti. L’Apm (Automatic Prosecco Machine), distributore automatico di calici di prosecco, era stato installato una settimana fa nella capitale britannica. Ma oggi, dopo che il Consorzio di Tutela del Prosecco Doc ha annunciato azioni legali per frode nei confronti dei consumatori, arriva la notizia che il bancomat delle bollicine è stato prudentemente tolto. Pochi giorni dunque, ma sufficienti forse per la catena di enoteche (8 punti vendita a Londra) per alimentare una invidiabile esposizione mediatica.

Il luogo scelto per il posizionamento del distributore di prosecco era stato Glouchester Street, a poca distanza da Victoria Station, come riportato anche dal quotidiano “La Repubblica”. Il distributore di prosecco, che era comparso al posto di un normale bancomat per contanti, consentiva di usufruire di un solo calice alla volta, per trasmettere un messaggio di “moderazione nel consumo di alcool”. L’idea della Vagabond Wines però non era piaciuta proprio a tutti, in particolare ai produttori veneti delle celebri “bollicine”, prodotto che nel Regno Unito riscuote da anni grande successo. Per i produttori di Prosecco Doc questo modo di somministrazione è «contrario al disciplinare» in quanto il consumatore non può avere visione dell’autenticità del prodotto acquistato attraverso l’etichetta e la fascetta della bottiglia.

«Si tratta evidentemente di una frode nei confronti dei consumatori inglesi, oltre che un serio danno di immagine per la nostra denominazione», aveva dichiarato nei giorni scorsi Stefano Zanette, presidente del Consorzio di Tutela del Prosecco Doc. «La prima segnalazione alle autorità inglesi, operata dai nostri uffici, risale a metà della scorsa settimana, non appena il Consorzio ha avuto evidenza della cosa. Il Consorzio si è attivato, inoltre, con i propri legali, al fine di contestare l’illegittimo riferimento alla denominazione Prosecco apparso sul distributore londinese».

Andrea Fasulo

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