Sanità, il report sulle disparità di servizi. Zaia: «Male adesso che non c'è l'autonomia»

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Le liste di attesa sono “un male comune in tutto il territorio nazionale“, il Sud che “arranca su screening oncologici e consumo di farmaci equivalenti“, ancora quattro le Regioni “che non hanno adottato il Piano cronicità” e le coperture vaccinali “che restano insufficienti, non solo al Sud“. Questa la fotografia del federalismo sanitario che emerge dal VII Osservatorio civico presentato a Roma da Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato.

Le regioni che mostrano una speranza di vita alla nascita più lunga sono il Trentino Alto Adige con 83,8 anni e il Veneto con 83,4 anni. Le regioni peggiori sono la Campania (81,1) e la Sicilia (81,6).
Per quanto riguarda l’erogazione dei Livelli essenziali di assistenza (Lea), sulla base dei nuovi indicatori che sostituiranno la griglia Lea a partire dal primo gennaio 2020, sono nove le Regioni che li garantiscono: Piemonte, Lombardia, P.A. di Trento, Veneto, Liguria, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria e Marche.

Sui dati che fotografano la situazione della sanità pubblica in Italia è intervenuto il presidente della Regione Veneto Luca Zaia: «Ora è chiaro a tutti che ci sono già almeno due Italie, se non tre, nella sanità e in altri ambiti amministrativi? Ed è altrettanto chiaro che ciò accade senza che nessuna Regione a statuto ordinario abbia ottenuto maggiori forme di autonomia?».

«Dati così dolorosi per molte parti del Paese, che pur Cittadinanzattiva utilizza per schierarsi contro l’autonomia, sostenendo superficialmente che andrà peggio senza, temo, aver letto una riga delle nostre proposte – prosegue Zaia – dicono invece chiaro e tondo che è finito il tempo delle manfrine e che chi governa deve decidere se restare nel Medio Evo, o aprire una nuova fase di Rinascimento, attraverso la responsabilizzazione degli amministratori, con un’autonomia che costringerà tutti a darsi da fare per dare di più ai cittadini e usare meglio le tasse che loro pagano. La risposta la lascio al Governo e agli atti che formalizzerà».

«Se solo nove Regioni, e il Veneto è il primo tra queste sulla base delle verifiche del Ministero della Salute, riescono a rispettare la Costituzione e a erogare i Livelli Essenziali di Assistenza in sanità, avendo ricevuto tutti la loro equa quota parte del Fondo Sanitario Nazionale – chiede ancora Zaia – è colpa dell’autonomia, che non c’è, o di cattive gestioni amministrative territoriali, tollerate e spesso assecondate dallo Stato centralista? Chi non può più tollerare questa situazione sono i cittadini che devono emigrare per curarsi e chiunque, come noi, abbia a cuore la gestione del buon padre di famiglia portata in una pubblica amministrazione che spreca 200 miliardi ogni anno».

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