Meno morti sul lavoro in Veneto, ma crescono gli infortuni

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Sono 35 gli infortuni mortali accaduti sul lavoro in Veneto nei primi 8 mesi di quest’anno. I dati arrivano dall’Osservatorio Sicurezza Lavoro di Vega che ne certifica anche una riduzione del 30% dei casi rispetto al 2018.
Guardando alle aree territoriali, l’area più pericolosa per la vita dei lavoratori è, in assoluto, Vicenza con 12 eventi mortali. Un numero che porta la provincia berica al settimo posto nella classifica delle maglie nere nazionali dopo Roma, Napoli, Brescia, Milano, Torino e Foggia (ma al 26imo posto come indice di incidenza sul totale degli occupati). Dopo Vicenza troviamo Verona (9 casi), Padova (5 casi), Rovigo, Treviso e Venezia con 3 casi per territorio mentre Belluno è tra le 12 province italiane dove, alla data del 31 agosto, non si è registrato alcun decesso.
Anche gli infortuni mortali in itinere sono diminuiti rispetto allo stesso periodo del 2018, passando da 82 a 61. Pur essendo la seconda regione d’Italia per numero di occupati, il Veneto si colloca al sesto posto per il numero dei morti sul lavoro in occasione di lavoro.

Se a calare sono gli episodi mortali aumenta invece il numero complessivo di infortuni. Nel 2019, fra gennaio ed agosto, sono stati 50.156 gli infortuni denunciati all’Inail in Veneto, una cifra superiore a quella dell’anno precedente (pari a 49.953 casi). A scendere, anche se solo leggermente, sono le province di Padova e Vicenza. A Belluno si sono registrati nei primi 8 mesi del 2018 1.824 infortuni, quest’anno 1.870. A Padova si è passati da 9.384 a 9.160, a Rovigo da 1.608 a 1.646, a Treviso da 8.723 a 8.956, a Venezia da 8.398 a 8.512, a Verona da 10.525 a 10.530, a Vicenza da 9.491 a 9.482. L’anno scorso la Regione Veneto ha rafforzato gli Spisal con il via libera all’assunzione di trenta operatori per rafforzare il lavoro di prevenzione e aumentare i controlli ispettivi nelle aziende del Veneto.

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