Ebara, i 500 dipendenti avranno il contratto integrativo

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Ci sono voluti dieci mesi di trattative e trenta ore di sciopero, ma alla fine l’accordo è stato raggiunto: i 500 lavoratori e lavoratrici della Ebara, leader mondiale nella produzione di pompe ad immersione, avranno finalmente il contratto integrativo (di secondo livello) che si aspettavano.

A comunicarlo è Marco Maraschin, il segretario Fiom che segue l’azienda, che giovedì 24 ottobre 2019 era a Trento per l’accordo. Nello stabilimento di Torri di Confine a Gambellara, in provincia di Vicenza, i lavoratori hanno già voltato a larghissima maggioranza per l’approvazione dell’ipotesi di accordo mentre domani si vota nello stabilimento trentino di Cles.

I dettagli dell’accordo

Nell’accordo ci sono dei contenuti innovativi a partire dagli appalti. L’azienda informerà la Rsu sugli appalti e subappalti presenti negli stabilimenti, sui lavoratori coinvolti e sui contratti nazionali applicati ai lavoratori in appalto. Inoltre ai dipendenti delle aziende appaltatrici sarà concesso l’utilizzo dei servizi mensa aziendali. L’accordo prevede anche l’assunzione a tempo indeterminato in Ebara di 4 lavoratori attualmente in staff leasing (precari). Viene migliorata anche la normativa sulle ferie degli operai prevista dal Ccnl.

Ogni lavoratore a partire da Gennaio 2020 avrà a disposizione 8 ore di permesso in più per visite mediche specialistiche. Per i neo papà l’accordo prevede un giorno di permesso parentale in più oltre a quelli previsti dalla legge per la nascita dei figli. Viene migliorata anche la normativa in caso di lutto: sono previsti tre giorni anche per i parenti di secondo grado e conviventi. Un capitolo a parte per lo smart-working concesso agli impiegati: ci sarà un confronto con le Rsu sull’applicazione. Viene aumentata la percentuale dei contratti part time prevista dal Contratto Nazionale e viene introdotta la possibilità di chiedere il par time per accudire i figli fino ai 15 anni del ragazzo/a.

I lavoratori avranno a disposizione 8 ore aggiuntive di permesso per visite mediche. Verrà anche istituito un tavolo sperimentale di confronto tra azienda e Rsu per migliorare i più le condizioni di lavoro dei dipendenti. Il premio prevede un massimo di 3700 euro annui per dipendente (nella parte variabile) di cui 500 euro sono garantiti. La Fiom Cgil di Vicenza considera l’accordo fortemente innovativo, una buona prassi da seguire per altre aziende.

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