Biologico, nasce una rete innovativa formata da 50 realtà venete

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Nasce una rete innovativa formata da 50 realtà venete del settore. Attività private ed enti pubblici per un fatturato complessivo pari a circa 3 milioni di euro. Sono 38 mila gli ettari coltivati senza chimica in Veneto, e il settore fattura 2,5 miliardi di euro in Italia. A promuovere Bioinnova – questo il nome della rete – è Coldiretti Veneto, che l’ha presentata il 30 settembre al campus Agripolis dell’Università di Padova a Legnaro, in occasione del debutto del primo corso di laurea in Italia “Tecniche e gestione delle produzioni biologiche vegetali” presieduto dal professor Giuseppe Zanin.

«Diamo un’ulteriore risposta ai consumatori che chiedono tutela ambientale e produzioni salubri – ha spiegato Martino Cerantola alla guida della cordata regionale – ma soprattutto ci poniamo come insieme di forza occupazionale per gli studenti universitari che dopo il percorso formativo possono trovare un lavoro tra le tante espressioni imprenditoriali aderenti». Il direttore Pietro Piccioni ha aggiunto: «Fare sistema è per Coldiretti una strategia, di questo gruppo fanno parte gli atenei veneti, imprese singole e del mondo della distribuzione e trasformazione. Il valore aggiunto sta nell’applicazione delle innovazioni alle tecniche produttive in modo tale da trovare opportunità competitive per affrontare il mercato domestico e internazionale».

Presenti gli assessori regionali allo sviluppo economico Roberto Marcato e all’agricoltura Giuseppe Pan. «Questa è un’essenziale rete innovativa regionale – ha detto Marcato – capace di trainare il settore agricolo, in particolare il comparto dello smart agrifood, avendo cura di valorizzare l’ambito bio nelle varie declinazioni settoriali di cui la rete si compone. Una rete che comprende produttori agricoli, gli allevatori, le aziende di lavorazione e trasformazione, la rete di distribuzione specializzata e i produttori di mezzi tecnici».

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