Autonomia, Zaia risponde a Boccia: «Se il modello è l'Emilia dico no»

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Si riapre la partita dell’autonomia regionale differenziata, ma questa volta senza la Lega al governo. E sono molti gli analisti politici che già vedono un deficit di rappresentatività delle regioni del Nord nel nuovo esecutivo.

A chi lo accusa di essere contrario all’autonomia il neo ministro dem agli Affari regionali, Francesco Boccia, risponde «Io sono a favore della Costituzione. E per questo non posso essere contro l’autonomia, che nella carta costituzionale è disciplinata in modo molto chiaro». Il percorso più probabile sembra quello che porta verso una autonomia in salsa emiliano-romagnola. «Ci sono tutte le condizioni – spiega – per capire che la solidarietà è un valore. Ecco la guerra che voglio fare: una lotta senza quartiere alle diseguaglianze. E se si fa questo, si rispetta la Costituzione e l’autonomia. I livelli essenziali delle prestazioni, da assicurare a tutti gli italiani, sono scolpiti nella Costituzione. Spesso nel dibattito questo dato scompare. Andrò presto a trovare Zaia, così ci capiremo».

Parole che non vanno giù al presidente della Regione Veneto. «È emiliana, non veneta. Quindi no. Ricordo perché si chiama autonomia ‘differenziata’, perché ogni regione è a sé». Il governatore del Veneto risponde così, in un’intervista a Corriere del Veneto, al neo ministro degli Affari regionali, nell’ipotesi che la bozza emiliana possa essere la base per far ripartire l’autonomia. «Noi – spiega Zaia, parlando del Veneto – abbiamo 90 mila bimbi che non vanno in scuole per l’infanzia statali, motivo per cui il punto è fra le materie richieste. In Emilia il problema non c’è e quindi il punto manca. Lo stesso vale per il peso che ha il turismo qui rispetto ad altrove. O per le sovrintendenze». E sull’incontro auspicato dal neoministro, «Boccia – dice Zaia – lo conosco solo di vista. Penso sia un ministro molto fortunato: Erika Stefani ha fatto un lavoro strepitoso di cui, spero, il nuovo ministro avrà rispetto».

Andrea Fasulo

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