Evasione fiscale, è flop riscossione per i comuni veneti. Verona al primo posto

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Cifre ancora irrisorie dalla riscossione dell’evasione fiscale per i comuni veneti. E nel 2018, per il secondo anno consecutivo, è Verona, con un rimborso statale di 142 mila euro, il primo Comune capoluogo del Veneto per controlli e segnalazioni effettuate contro l’evasione fiscale, soprattutto nel settore extralberghiero.

I dati sono stati diffusi dalla Direzione centrale per la finanza locale del Ministero dell’Interno. Si riferiscono al conteggio dei premi in denaro erogati alle amministrazioni locali che segnalano al Fisco, per ulteriori accertamenti, situazioni di “sommerso” più o meno gravi. Per i comuni c’è un vantaggio economico: all’ente che fornisce all’Agenzia delle Entrate o alla Guardia di Finanza elementi utili per identificare l’evasore viene riconosciuto il cento per cento della somma riscossa. Si tratta soprattutto di somme relative a tributi statali o sanzioni civili. Tra le principali irregolarità riscontrate: affitti turistici abusivi, mancato versamento dell’imposta di soggiorno, pagamenti in nero, ma anche disponibilità di auto di lusso e beni di pregio a fronte di dichiarazioni dei redditi molto basse.

Con i suoi 142 mila euro di rimborso, riconosciuti dal Dipartimento Affari Interni e Territoriali del Ministero, Verona supera anche la capitale (Roma 98 mila euro) e altri capoluoghi di regione. Sono stati 64 mila i contributi erogati a Venezia, 18 mila per Padova, 11 mila per Vicenza. Male i Comuni in provincia di Treviso: soltanto cinque, nel corso del 2018, quelli che hanno collaborato con il Fisco segnalando le situazioni meritevoli di accertamenti. I sindaci della Marca dalla lotta all’evasione hanno recuperato solamente 23.535 euro, a fronte dei 64 mila dell’anno scorso. Lo sforzo maggiore è quello del Comune di Villorba, che dalla sua attività “ispettiva” ha recuperato 14 mila euro.

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