Fermo pesca in Adriatico, tutti d'accordo: stop prolungato all'8 settembre

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«E’ anche merito della Regione Veneto e delle associazioni di categoria di armatori e pescatori se il fermo pesca quest’anno in Adriatico, da Trieste ad Ancona, sarà di 42 giorni consecutivi e arriverà fino a domenica 8 settembre. Il decreto del Sottosegretario alla pesca Manzato che ha prolungato lo stop obbligatorio ai pescherecci dal 28 agosto sino all’8 settembre dà ascolto e riconoscimento alle istanze di responsabilità e sostenibilità manifestate in modo corale dalle marinerie venete».

L’assessore regionale alla pesca, Giuseppe Pan, mette così l’accento sull’esito dell’operazione concertata tra associazioni di categoria, organizzazioni sindacali, Consulta per la pesca e l’acquacoltura, e Regione Veneto, che ha portato ad allungare la stagione dell’arresto temporanea programmato ai pescherecci in Alto Adriatico.

«Sono stati gli armatori e gli operatori ittici a segnalarci, per primi – fa presente Pan – gli effetti negativi di un rientro anticipato della pesca, a fine agosto: le specie ittiche pescate post-fermo sarebbero state perlopiù di piccola taglia, con danni alla fauna marina appena riprodotta e conseguenze deleterie dal punto di vista ambientale e commerciale nei mesi successivi. Abbiamo quindi proposto al Ministero delle politiche Agricole e Alimentari e al Direttore generale della pesca marittima e acquacoltura di prolungare il periodo di arresto obbligatorio per i comprensori marittimi di Venezia, di Chioggia e del Delta del Po dal 28 agosto all’8 settembre, al fine di tutelare meglio gli stock ittici presenti in Alto Adriatico. E abbiamo trovato ascolto e piena condivisione».

Gli armatori veneti (e friulani, emiliani e marchigiani) faranno quindi confluire nella decade aggiuntiva di fine agosto-inizio settembre le ulteriori giornate di arresto temporaneo obbligatorio previste nel calendario annuale dalla legislazione nazionale in materia di pesca, prolungando così la stagione di ripopolamento di acque e fondali. Inoltre, armatori e pescatori chiedono di poter applicare nelle settimane post-fermo un regime di pesca controllata, che prevede l’esercizio dell’attività per non più di 72 ore distribuite in 5 giorni su base settimanali.

«Solo l’uso responsabile dello sforzo di pesca – conclude Pan – riuscirà a garantire la tutela delle nostre risorse ittiche e il massimo rendimento ai fini commerciali. E’ questo l’obiettivo ‘numero uno’ di tutto il mondo ittico, al quale concorrerà anche la Carta Ittica regionale per le aree lagunari e deltizie che stiamo predisponendo d’intesa con le associazioni di categoria per proteggere e conservare in modo omogeneo e condiviso l’”oro blu” delle acque venete».

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