Superticket, «bene l'abolizione». In Veneto una persona su 7 rinuncia alle cure

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«Una scelta di equità che deve essere operativa il prima possibile, magari prima del 2020, e per una platea più allargata possibile». Così Fiorenzo Pastro, Presidente regionale Veneto di ANAP Confartigianato, associazione di rappresentanza degli artigiani pensionati che in regione conta oltre 26mila associati, alla notizia che la Giunta della Regione Veneto ha deciso di abolire il cosiddetto superticket sulle prestazioni specialistiche ambulatoriali.

ANAP valuta positivamente il provvedimento regionale e auspica che tale scelta sia allargata a tutta la popolazione e non solo per il 2020. Gli effetti del superticket sono stati denunciati dall’ANAP, come dalle altre associazioni dei pensionati, già da tempo. «Molti pensionati -ricorda Pastro- hanno rinunciato alle visite a causa di costi elevati e per effetto di lunghe liste di attesa, a vantaggio della sanità privata che, per una serie di prestazioni, costa meno del pubblico gravato dal ticket. Il Tribunale dei Diritti del Malato di Cittadinanzattiva ha infatti denunciato che dal 2016 nel Veneto il 15% della popolazione (circa 750 mila persone) deve rinunciare a curarsi perché non può pagare il superticket. Benvenga quindi la scelta della Giunta Regionale».

Il provvedimento di revoca, approvato in luglio, avrà effetto da gennaio 2020 e riguarda tutte le persone con reddito inferiore a 29 mila euro annui. Il superticket, introdotto nel 2011 dall’allora Governo Berlusconi, è una quota di 10 euro richiesta al cittadino quanto paga qualsiasi prestazione sanitaria, dagli esami del sangue alla visita specialistica. La Regione Veneto già nel passato aveva scelto di rimodulare il ticket nazionale riducendolo a 5 euro per chi ha redditi più bassi. Questo nuovo taglio è potuto avvenire grazie alla ripartizione di 60 milioni di euro decisa dal Ministero della Salute a vantaggio delle Regioni che in questi anni hanno messo in atto misure per ridurre la quota di quest’imposta alla fascia di popolazione più fragile.

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