Zamagni bacchetta le aziende venete: «Poco innovative e non attente ai lavoratori»

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Il territorio veneto è da sempre riconosciuto come patria del profitto, della produzione e del lavoro prima di tutto, ma non sempre al benessere economico corrisponde il benessere sociale: «In Veneto ancora oggi si ritiene che l’efficienza produttiva sia legata esclusivamente all’esecuzione scrupolosa e sistematica del proprio compito, mentre nell’epoca dell’impresa 4.0 tutti i dipendenti dell’azienda devono diventare creativi e per farlo devono essere soddisfatti della propria condizione lavorativa e resi partecipi delle scelte aziendali. È indispensabile, quindi, che l’azienda attui un percorso di condivisione dei frutti del lavoro e attivi processi di innovazione continua», ammonisce Stefano Zamagni, presidente della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, ospite del convegno L’Economia del BenEssere, promosso dall’Agenzia Generale di Montebelluna di Generali Italia martedì 18 giugno alle 16.30 al Bhr Best Western Premium Treviso Hotel di Quinto di Treviso.

Per analizzare strategie ed effetti pratici del “nuovo pensiero economico” sono stati coinvolti due esperti del fenomeno delle società benefit di rilievo internazionale: Stefano Zamagni, già docente di economia politica all’Università di Bologna e ora presidente della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, e Massimiliano Marzo, professore di Economia Politica all’Università di Bologna, coordinati dal giornalista Maurizio Crema. Secondo Zamagni sono almeno due le ragioni del ritardo veneto: da un lato la convinzione che l’efficienza produttiva sia legata esclusivamente all’esecuzione scrupolosa e sistematica del proprio compito; dall’altro lato spiega l’economista «Un secondo motivo di difficoltà delle imprese venete ad agganciare appieno il cambiamento in atto è legato alla riluttanza degli imprenditori locali (soprattutto a capo di aziende di medie e grandi dimensioni) a rendere le proprie aziende agenti politici, intervenendo nei processi decisionali legati alla res publica; è ormai imprescindibile che l’impresa e la dirigenza contribuiscano a migliorare lo sviluppo locale del territorio cui appartengono (es. sistema sanitario, scolastico, ecc.) e ad innovare le infrastrutture, siano esse sociali o fisiche. In buona sostanza, si tratta di passare dalla responsabilità sociale alla responsabilità civile dell’impresa».

Scenario buio dunque per le aziende locali? «In Veneto – continua Zamagni – per tanto tempo si è ritenuto che lo scopo ultimo del lavoro fosse produrre ricchezza, senza prestare attenzione alla felicità degli individui. Oggi alcuni imprenditori illuminati hanno cominciato a percorrere la strada giusta, ma si tratta ancora di pochi casi, non sufficienti a determinare un reale cambio di marcia». Agenzia Generale di Montebelluna di Generali Italia, promotrice dell’incontro, rappresenta uno di questi casi illuminati, avendo iniziato il percorso di certificazione B Corp.

«Essere B Corp significa innanzitutto prendersi cura del prossimo – dichiarano i soci dell’Agenzia Generale di Montebelluna – operando su due fronti. Da un lato vuol dire dedicare attenzione al cliente, rispettando le sue esigenze, ascoltando le sue necessità e mettendolo al centro delle nostre attenzioni, e dall’altro presuppone di supportare il lavoro dei nostri collaboratori, favorendo un clima in cui si sentano liberi di esprimersi al meglio, curandone la crescita professionale e favorendo un equo bilanciamento tra la vita lavorativa e famigliare. Proprio per rendere ufficiale il nostro percorso abbiamo iniziato a gennaio 2019 l’iter di certificazione B Corp: siamo i primi in Veneto nel settore assicurativo e speriamo di essere d’esempio alle molte imprese sul territorio».

In differenti settori economici, altre aziende economiche stanno compiendo un percorso analogo ad Agenzia Generale di Montebelluna, iniziando a porre attenzione al benessere sociale: due di queste hanno portato la propria esperienza al convegno di oggi, Rione Fontana, company che conta quattro negozi di abbigliamento in Veneto, e Nativa Srl, prima B Corp certificata in Italia milanese ma con un’importante collaborazione nella Marca Trevigiana con il commercialista Dario De Rossi.

Rione Fontana nel 2019 è diventata Società Benefit con l’obiettivo di generare un impatto positivo sulla società e sull’ambiente, abbracciamo i valori di sostenibilità, cambiamento sociale e gestione etica delle risorse come principi guida delle nostre strategie di business. Nativa Srl invece rappresenta un’apripista e un esempio da seguire per le aziende venete: è stata la prima Società Benefit in Europa e la prima Certified B Corporation® in Italia. Con essa collabora Dario De Rossi, commercialista trevigiano intervenuto oggi al convegno, che con l’azienda condivide l’obiettivo di affiancare le imprese per aiutarle a trovare nuovi modi per produrre valore non solo economico, ma anche sociale ed ambientale.

Secondo Massimiliano Marzo il processo di responsabilità civile deve estendersi anche ad ambiti trainanti dell’economia trevigiana, come il prosecco: “Il prosecco è una realtà collocata in tutti I mercati del mondo e che identifica questa regione. Che tipo di prospettiva nell’ottica di economia del benessere per far crescere un’eccellenza come questa? Produrre tanto ha dei costi, che possono essere contrari alla sostenibilità ambientale. È dunque necessario investire molto in attività di produzione rispettose dell’ambiente (la lotta integrata) e non aver paura di farsi pagare per la propria qualità. Esiste infatti nel mondo una domanda di prodotti di alta qualità che ha capacità di acquistare prodotti di qualità anche di elevato prezzo”.

Durante il convegno è stato infine presentato il progetto Bumobee – Business Models for Benefit Enterprises, sviluppato dal Dipartimento di Management dell’Università Ca’ Foscari di Venezia e promosso dalla Fondazione Università Ca’ Foscari Venezia con il sostegno della Regione del Veneto, con l’obiettivo di integrare nei modelli di business e nelle prassi organizzative delle pmi del territorio il valore sociale e l’impatto generato dalla loro attività sulle persone, l’ambiente, la cultura, il territorio e la comunità.

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