Olimpiadi 2026, è fatta: i Giochi a Milano-Cortina. «Se si fa squadra si vince»

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Tanta attesa, poi l’urlo di gioia. Da Losanna, dove è avvenuto il voto, a piazza De Bona a Cortina e nel cuore di Milano: le olimpiadi invernali 2026 sono state infatti assegnate alla candidatura duplice italiana, Milano-Cortina. La regina delle Dolomiti potrà così rinverdire i fasti del 1956, con un’edizione delle olimpiadi che segnò la storia sportiva di un’Italia in pieno boom economico, ripartita alla grande dopo la devastazione del secondo conflitto mondiale. I membri del Cio, riuniti a Losanna, hanno scelto così l’Italia con 47 voti contro i 34 andati invece a Stoccolma. L’ottimismo che c’era nell’aria è stato per una volta ripagato: al momento del verdetto è scoppiata, incontenibile, la gioia della delegazione italiana. «Se si fa squadra, si vince» è stato il commento più diffuso degli italiani a Losanna subito dopo l’annuncio.

La storia della candidatura

Alla fine è stata corsa a due: Milano-Cortina contro Aare. Ma l’assegnazione della ventiseiesima edizione dei giochi olimpici invernali è stata, quasi come mai nella storia, una corsa ad eliminazione. Sembra passato un secolo, infatti, dalle prime manifestazioni d’interesse. Con l’Italia divisa in tre, e senza possibilità quindi, fra Milano, Torino e Cortina d’Ampezzo. Insieme a loro Calgary, in Canada, Erzerum, in Turchia, e Stoccolma (Aare) in Svezia. Si perdono già prima della partenza Graz, Sapporo e Sion. Tutte località con grande esperienza e organizzazione. Nel frattempo l’Italia fa quadrato: con grande fatica si costruisce una candidatura unitaria Milano, Torino e Cortina d’Ampezzo. Parte una battaglia non secondaria: trovare la copertura economica del Governo. Perché al Cio sono molto attenti: senza soldi, senza una solida base economica, i giochi non si assegnano. Ma altre «vittime» arrivano sul percorso: se Erzerum, esclusa, non faceva in fondo grande paura, il ritiro di Calgary invece è significativo. La località canadese cade sotto il fuoco del fronte interno: troppe resistenze sfociate in un referendum consultivo che decreta il no alla candidatura. Ma se Atene piange…le altre due Sparta rimaste non ridono. Ad Aare pure una grande parte della comunità è contraria alla candidatura. E il tridente italiano perde un pezzo: Torino, spinta dalla forza iconoclastica dei 5 Stelle che colpisce qualsiasi cosa sia grande opera o grande evento, si sfila. Rimangono in lizza Milano-Cortina e il comprensorio di Stoccolma. I resilienti che sono arrivati fino al verdetto di oggi.

Le gare

Milano sarà il teatro dell’hockey, del pattinaggio artistico e dello short track. In Valtellina, invece, protagoniste le piste di Bormio e lo Stelvio per le prove dello sci uomini, a Livigno lo snowboard e il freestyle. A Baselga di Pinè  – Val di Fiemme – il pattinaggio di velocità, a Tesero il fondo, a Predazzo il salto con gli sci. A Cortina con curling e sci alpino femminile, con la pista del bob e dello slittino da ristrutturare, con il pattinaggio e le gare di bob, slittino e skeleton. Il biathlon ad Anterselva, in Alto Adige.

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