Mestre, inaugurato il quartiere degli alberghi: 2000 posti letto, da ostello a 4 stelle

FacebookTwitterLinkedInWhatsAppEmail

Un vero e proprio quartiere del turismo (low cost, ma non solo) a due passi dalla stazione di Mestre: quasi 2000 posti letto tra un ostello e tre hotel, fino al livello 4 stelle. Un passo verso la rivoluzione urbanistica del lato “di terra” di Venezia è stato compiuto con l’inaugurazione, oggi 20 giugno, del complesso alberghiero ricettivo di via Ca’ Marcello. Operazione finanziata dalla finanziaria austriaca Mtk developments con un investimento di 70 milioni di euro.

All’appuntamento sono intervenuti Tilmar Hansen, Delf Stuven, Ivan Holler della Mtk developments e il progettista Luciano Parenti, oltre al sindaco Luigi Brugnaro, agli assessori all’Urbanistica Massimiliano De Martin, allo Sviluppo economico Simone Venturini, alla Sicurezza urbana Giorgio D’Este e alla Mobilità Renato Boraso.

Il progetto, realizzato in 24 mesi, ha portato alla realizzazione di quattro strutture dedicate all’accoglienza di categorie diverse per un totale di 739 camere e 1968 posti letto, di una piazza posta in posizione baricentrica rispetto agli alberghi, tre spazi commerciali, zone verdi, un’area giochi, interventi vari di ricucitura con le aree circostanti e di due parcheggi multipiano: uno pubblico, l’altro privato, per complessivi 519 posti per auto, 96 per moto, 66 stalli per bibiclette. L’area interessata è di 16mila metri quadri di superficie complessiva, tra la ferrovia di Mestre, via Ca’ Marcello e il cavalcavia ferroviario.

«Voglio ringraziare l’architetto Parenti, gli investitori e i costruttori per aver realizzato l’opera in tempi record in un’area che era totalmente degradata, riqualificandola» ha detto Brugnaro, che ha sottolineato come in futuro sarà imprescindibile lavorare sulla prenotabilità della città che passa «proprio da strutture come queste, in cui è possibile soggiornare per più giorni per poter vivere la città in tutte le sue dimensioni: laguna e terraferma. Gli alberghi sono un presidio sociale importante per un turismo buono, positivo, che lascia risorse importanti, mentre invece va scoraggiata la toccata e fuga tipica del turismo accattone, che non aiuta la persona a conoscere la realtà in cui arriva e diventa un costo sociale per la città».

«Abbiamo l’ambizione – ha continuato Brugnaro – di pensare che le persone vogliano visitare anche Mestre, che vadano a scoprire l’M9 (il Museo del 900 di Mestre, qui il reportage di A Nordest Di che, ndr), il parco di san Giuliano e di sera trascorrano il loro tempo a Forte Marghera. Vorremmo trasformare la città di terraferma nella Berlino post muro. Anche qui vogliamo far rinascere la città con i soldi dei privati: chi ha investimenti buoni venga a Marghera, a Venezia, a Mestre: la nostra sarà la città della possibilità e del fare. Chi ha paura, è oscurantista, guarda avanti con l’occhio rivolto sempre allo specchietto retrovisore purtroppo ci porterebbe a sbattere».

Ti potrebbe interessare