Fra alghe e superfood cresce l'agricoltura bioeconomica nel Veneto

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«L’agricoltura veneta è sempre più proiettata alla bioeconomia: l’approccio alla gestione sostenibile del territorio cresce puntando al 10% della superficie regionale». Lo sostiene Coldiretti che ha partecipato ai lavori della conferenza regionale dello sviluppo rurale organizzata a Legnaro nel polo universitario padovano. La propulsione all’innovazione è ormai una realtà, tra le nuove leve della campagna, ovvero gli oltre mille nuovi imprenditori,  ci sono titolari di astroaziende, produttori di superfood, talenti dell’aeroponica, imprenditori dell’erba medica,  imprenditori della sostanza organica.  Per i tecnici di Coldiretti questa non è certo fantascienza, anzi, sono espressioni concrete delle nuove frontiere del settore agroalimentare.

I trattori guidati dai satelliti, il cibo per chi va nello spazio,  la produzione di integratori a base di alghe,  non sono più un segreto per gli agricoltori di nuova generazione. Allo stesso tempo i giovani – spiega Coldiretti – non accantonano la tradizione riscoprendo mestieri antichi come la pastorizia, la bachicoltura, la pesca oppure introducendo colture in via d’estinzione come i grani dimenticati. Ed ancora esperienze legate alle variazioni climatiche che cambiano i connotati al paesaggio rurale del nord est tanto che sugli altipiani come in pianura si semina lo zafferano, i vigneti autoctoni sui pendii e quelli resistenti accanto a vigne storiche.

La multifunzionalità in campagna rappresenta una chiave fondamentale per la redditività nel medio e nel lungo periodo – commenta Coldiretti ricordando che rientrano nella casistica anche i servizi in termini sociali che consentono alle fattorie di competere sul mercato, in particolare nelle aree meno favorite.  L’attenzione all’agroecologia apre a soluzioni moderne applicate sia ai processi che al prodotto. Sin dai primi anni duemila – sottolinea Coldiretti – grazie alla Legge di Orientamento è aumentata anche l’attenzione all’economia circolare soprattutto per quanto riguarda la fertilità dei terreni.  Il ricircolo delle risorse e la valorizzazione dei sottoprodotti, possono dare risposte convincenti sia agli imprenditori che ai consumatori.  Un quadro incoraggiante per il sistema economico – conclude Coldiretti – che non può rinunciare al primario come volano per mantenere le performance che vedono l’export agroalimentare toccare alti livelli. Il Veneto è la prima regione in assoluto e registra una quota di 6,6 miliardi nel 2017 su quasi 41 miliardi di export italiano, con una crescita del 37% negli ultimi cinque anni.

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