L’alfabeto dell’impatto sociale: innovazione e società benefit

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Pubblichiamo la sintesi del workshop “Impatto sociale e Società Benefit”, uno dei 5 gruppi di discussione che si sono riuniti durante l’incontro “L’impresa dell’innovazione sociale” l’11 giugno a Padova.

Comunicazione, collaborazione, inclusione, sostenibilità, valori. Sono alcune parole che definiscono il percorso di innovazione sociale delle imprese per l’ottenimento di risultati positivi sul fronte dell’impatto sociale delle loro attività economiche. Attraverso un confronto tra ricercatori, operatori di imprese sociali, manager di impresa, studenti e rappresentanti del sindacato, si è svolta un’interessante sessione di discussione per identificare insieme un “alfabeto” dell’innovazione sociale utile a costruire un contesto condiviso tra tutti gli attori in gioco e capace di supportare la diffusione di pratiche di innovazione sociale.

Fare innovazione sociale fa bene ai dipendenti, alla comunità e all’impresa. La ricerca che abbiamo condotto nell’ambito del progetto Mobis (nuovi MOdelli di Business e valutazione dell’Impatto Sociale: percorsi di sostenibilità per le Pmi) finanziato dalla Regione Veneto sulle B Corp e Società benefit italiane (47 imprese, il 28% circa del totale italiano) mostra imprese con risultati economici positivi e crescenti in termini di fatturato, redditività, export. Spinte principalmente da motivazioni valoriali, il 58% ritiene fondamentale il coinvolgimento dei dipendenti per un percorso di rinnovamento dei propri modelli di business in chiave sostenibile, ad esempio (come spiega la Cisl) andando verso contrattazioni che riconoscano vantaggi sul fronte del welfare rispetto ad aumenti di produttività.

Oltre il coinvolgimento, è cruciale fare rete, collaborando con altre imprese, soprattutto quelle già certificate o quelle che fanno parte della propria rete del valore, con cui condividere esperienze e creare sinergie. Tale coinvolgimento può essere utile anche per dare legittimazione ad un percorso verso il sociale che spesso le imprese (venete, ma anche italiane) hanno già avviato in modo spesso inconsapevole – come evidenza anche lo studio di Ca’ Foscari (progetto BumoBee-Business Models for Benefit Enterprises). Questa è l’esperienza di Jonix, start-up innovativa che realizza prodotti per il trattamento dell’aria e collabora con l’impresa sociale SolCo, che attraverso la valutazione per la certificazione B-Corp ha perfezionato il proprio orientamento strategico e dato voce ai valori già presenti a livello imprenditoriale.

Innovazione sociale vuol dire anche produrre valore in modo nuovo, con una lettura diversa – anche e soprattutto inclusiva – del proprio mercato. In questo le imprese sociali possono fare emergere buone pratiche, leggendo ad esempio come fa Cooperativa Vite Vere Down D.A.D.I. in modo integrato (si direbbe “one-stop-shop” nel linguaggio del management) le esigenze dei destinatari dei servizi di supporto alla disabilità – abitare, lavorare, affettività, sport – ottenendo risultati significativi.

Tutto questo con una chiara dose di comunicazione, per condividere scenari e direttrici di innovazione e sottolineare l’impegno strategico nuovo dell’impresa.

Eleonora Di Maria, Valentina De Marchi
Università di Padova

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