Pfas alla Miteni, i sindacati in Regione: «Tutele anche per chi vive in zona arancio»

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Pfas, vertice a Palazzo Balbi tra Cgil, Cisl e Uil di Vicenza e del Veneto, le rispettive categorie dei chimici e la Rsu della ditta Miteni di Trissino – oggi in procedura fallimentare – e l’assessore alla sanità della Regione del Veneto Manuela Lanzarin, affiancata dai dirigenti Russo e Mongillo.

Un incontro richiesto dal dicembre 2018 e arrivato il 17 maggio 2019, per la durata di due ore. Ritardo a parte, i sindacati lo hanno giudicato «positivo» e tornano a casa con una richiesta, ribadita all’assessore: «Abbiamo chiesto in modo chiaro che vengano estese, alla popolazioni contaminate dei comuni della zona arancio, le stesse misure adottate nei confronti di quelle dei comuni della zona rossa».

Al centro, il tema della salute della popolazione contaminata da sostanze Pfas e della tutela sanitaria di tutti i lavoratori, dipendenti ed ex dipendenti della ditta Miteni e delle ditte esterne presenti nello stabilimento di Trissino (circa 500 persone) che pur in misura diversa sono stati esposti e quindi contaminati da sostanze Pfas e Gen X.

Sul secondo tema la richiesta dei sindacati è di ottenere «garanzie sulla custodia dei dati storici relativi alla sorveglianza sanitaria dei lavoratori Rimar/Miteni come previsto dal Dgls 81. E che si riprenda la sorveglianza sanitaria dei lavoratori, con ulteriori esami e controlli, interrotta dopo il fallimento dell’azienda; che la regione finanzi ulteriori ricerche, dopo quelle già effettuate, per comprendere le correlazioni tra esposizione e contaminazione di sostanze Pfas con patologie che la letteratura scientifica disponibile individua come correlate».

«Non ci sono al mondo persone con valori Pfas nel siero come quelli dei lavoratori della Miteni» affermano i rappresentanti sindacali, che chiedono che, nel caso fossero individuate terapie idonee alla riduzione delle concentrazioni di sostanze Pfas nel sangue, queste vengano messe a disposizione dei lavoratori. Da parte della Regione è stato assicurato che la sorveglianza sanitaria riprenderà dal prossimo mese di giugno, e che sarà valutata la richiesta di nuovi studi.

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