Maltempo, agricoltura in ginocchio. In Polesine la situazione più grave

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Le piogge continue degli ultimi giorni mettono in ginocchio l’agricoltura veneta. La lista delle colture danneggiate, fornita da Coldiretti, è lunga: il mais del Veneziano in asfissia nei campi allagati, il raccolto di fieno maggengo dell’alta padovana perduto, l’insalata di Lusia (Rovigo) sommerse dall’acqua, ciliegie colpite da grandine e acquazzoni nel Vicentino, frane nel Bellunese.

Per la coltura del pero – che in regione conta 3 mila ettari coltivati per 66 milioni di euro di valore della produzione – la minaccia è costituita dalla cascola, che causa la caduta dalle piante dei frutti immaturi. Accade nella bassa padovana, a Rovigo e nei frutteti della provincia di Venezia, con perdite che arrivano al 60%.

Ma è in Polesine che la situazione si fa più grave. Qui sono caduti 130 millimetri di pioggia in 4 ore, quanto normalmente cade in un mese. Costa, Lusia, Villamarzana, Villanova del Ghebbo, Arquà Polesine, Frassinelle, Pincara e Lendinara. A Lusia il consorzio di autotrasporto Trans Lusia è rimasto allagato e una quindicina di camion parcheggiati in deposito hanno subito danni alle centraline elettriche.

Il consigliere regionale del Pd Graziano Azzalin ha chiesto alla Regione di istituire lo stato di calamità per il Polesine. Un’ipotesi che l’assessore regionale al territorio Cristiano Corazzari ha dichiarato essere in corso di valutazione.

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