Elezioni europee, Confindustria Vicenza: «Basta scuse, ora autonomia e Tav»

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Elezioni Europee, dopo la notte dello spoglio che ha premiato la Lega e penalizzato pesantemente il Movimento 5 Stelle, superato dal Pd in risalita, arriva il commento del presidente di Confindustria Vicenza, Luciano Vescovi. A risultati ancora non definitivi, il rappresentante degli industriali chiede al governo segnali concreti su autonomia regionale differenziata e Tav, due questioni su cui gli scontri interni alla maggioranza giallo-verde hanno creato uno stallo durato mesi.

Elezioni europee, in Veneto Lega vicina al 50%

Con 4740 sezioni scrutinate su 4747, in Veneto i risultati delle elezioni europee del 26 maggio 2019 sono i seguenti: la Lega ottiene il 49,9% dei voti, il Pd è il secondo partito con il 18,9%, il Movimento 5 Stelle crolla all’8,9%, Fratelli d’Italia ottiene il 6,8%, Forza Italia il 6,1%, Europa Verde il 2,7%, +Europa il 2,7%, La Sinistra l’1%.

L’appello degli industriali dopo le Elezioni europee

L’appello di Vescovi arriva a spoglio non ancora completato: «Dopo mesi di teatrino e di sostanziale blocco istituzionale su tutto, in attesa di vedere le alleanze sul governo europeo, i risultati ci dicono che c’è stato un referendum sui 5 stelle più che su Salvini e il risultato finale è chiarissimo – afferma il presidente di Confindustria Vicenza -. A questo punto non ci sono più scuse, il governo verde-giallo deve immediatamente sbloccare la Tav Torino-Lione e Brescia-Padova e dare ai veneti l’autonomia che chiedono da 40 anni e dal 22 ottobre 2017».

«E visto che la prossima decisiva scadenza che attende il nostro paese è la finanziaria – prosegue Vescovi -, ci auguriamo che cambi radicalmente la politica economica del governo che da un anno è incentrata su un modello di crescita dei consumi anziché sugli investimenti. Alla nostra assemblea nazionale del 22 maggio avevamo risposto con freddezza al modello di sviluppo proposto fino ad oggi dal governo. Visti i risultati, cambino marcia e favoriscano le imprese e gli investimenti, smettendola con una politica economica che ci ha fatto tornare agli anni Ottanta. Se il loro riavvicinamento alle imprese prima delle elezioni era vero e non propagandistico, lo dimostrino immediatamente, con i fatti».

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