Idrocarburi e cromo esavalente: a Rosà si teme un nuovo «caso Miteni»

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Idrocarburi pesanti dieci volte sopra i limiti di legge ma anche metalli pesanti e persino da tracce di cromo esavalente. È quanto trovato nel terreno di una roggia tra due cave a Rosà, in provincia di Vicenza. E ora si teme un nuovo «caso Miteni», la fabbrica che ha dato origine all’inquinamento da Pfas in mezzo Veneto.

Ma a preoccupare non è solo la possibile bomba ambientale: domenica 14 aprile, mentre una troupe Rai era impegnata nelle riprese per un servizio sullo stato delle cave, ignoti hanno tagliato le gomme al loro furgone. Vittime dell’episodio sono il giornalista Matteo Mohorovicich e il cameraman Valerio Seren. Immediata la solidarietà di Ordine e Sindacato dei giornalisti del Veneto.

Qualche giorno prima, giovedì sera, il caso era emerso a un’affollata assemblea promossa da un comitato di residenti. L’incontro era stato convocato per parlare del progetto della multiutility Etra di costruire un nuovo centro sul terreno tra le due cave Poiana e Castellan, usate per decenni come discariche. Ma Marina Lecis, consulente ambientale del Tribunale di Padova incaricata dal Comitato per effettuare analisi su quei terreni, ha fatto emergere una minaccia ben maggiore della semplice cementificazione.

Sul fondo della roggia che scorre a sud della discarica Castellan, ha spiegato l’esperta che segue da tempo anche la vicenda Pfas, il terreno ha rivelato alte concentrazioni di idrocarburi pesanti, i cosiddetti C 12, pari a 500 mg/kg, dieci volte il limite di legge fissato a 50. Lo zinco è stato trovato in concentrazione pari a a175 mg/kg, sopra il limite di 150. «Rischiamo di trovarci davanti a un’altra Miteni» commenta Lecis al Corriere del Veneto. Tanto più che, con le recenti piogge, nella roggia è tornataa a scorrere l’acqua, che va a irrigare i vicini campi di Rossano Veneto.

L’avvocato Giorgio Destro il 15 marzo ha inviato alla Procura della Repubblica di Vicenza un esposto su cava Poiana, molto vicina alla cava Castellan, che dal dopoguerra è stata illegalmente utilizzata come discarica di rifiuti anche industriali ed è stata chiusa nel 1987.

Giacomo Porra

Foto di rainews.it

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