Vinitaly, al via l'edizione dei record: il futuro è sempre più cinese

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«Primi al mondo, lo dicono i numeri». Così il direttore di Veronafiere Giovanni Mantovani annuncia Vinitaly 2019, che si preannuncia essere un’edizione da record. Il Salone internazionale dei vini e dei distillati, giunto alla sua 53esima edizione, ospiterà ben 4600 aziende da 35 paesi diversi, disposte in 100 mila metri quadri di superficie di vendita.

La fiera, che si terrà a Verona dal 7 al 10 aprile, ha visto negli ultimi anni cambiamenti radicali: necessari, se si vuole restare al passo con il futuro, e soprattutto con le altre fiere, tra cui la tedesca Prowein, o la francese VinExpo. Negli ultimi anni si è cercato di separare gli addetti ai lavori, i potenziali clienti dal grande pubblico degli appassionati, a cui sarà dedicato il fuori salone «Vinitaly and the city». Tra gli obiettivi di Vinitaly, tra cui essere la grande vetrina del vino italiano, c’è anche la voglia di valorizzare questo prodotto, di «fare cultura», con incontri, seminari, educational, assecondando tendenze che vanno ingigantendosi, tra cui la ricerca del vino biologico.

Vinitaly prevede un ampliamento ad oriente. Il grande mercato cinese è in crescita, e per la fiera è gia previsto un grosso investimento, laddove sono già presenti competitor come ProWein ed VinExpo. «È un mercato troppo importante per non esserci. E noi vogliamo essere presenti, e non da pendolari», sottolinea il presidente di Veronafiere Maurizio Danese.

Luca Barbieri

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