Tipaldo «assolve» i social: «Pseudoscienza e fake news? La colpa è solo nostra»

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La pseudoscienza? Non è nuova come sembra, anzi, esiste da quando c’è l’uomo. E i social network hanno solo parte della colpa: sono una cassa di risonanza che fa rimbalzare le informazioni (e le disinformazioni) più in fretta che mai. Giuseppe Tipaldo, ricercatore dell’Università di Torino, ha affrontato questi argomenti durante il primo incontro della seconda edizione di “Tempi moderni – L’informazione nell’epoca delle fake news“.

«La pseudoscienza nasce alla confluenza di una serie di fenomeni che accadono simultaneamente – spiega Tipaldo -, il che significa che sono fenomeni difficili da decifrare, in cui è molto facile scambiare la causa con l’effetto. Facebook e i social stanno un po’ in questa situazione: non è certamente causa dei social, perché la pseudoscienza nasce con l’uomo. Le false notizie, gettare discredito sugli altri, usare la propaganda sono fenomeni vecchi come l’uomo che si sono ingigantiti con i mezzi di comunicazione di massa».

Era pieno il centro San Gaetano, nel cuore di Padova, per il primo incontro del ciclo Tempi Moderni il 13 marzo 2019. Vari i temi trattati dallo studioso, tutti legati al fenomeno sempre più ricorrente della disinformazione. Ad esempio come vengono promossi comportamenti antiadattivi, che portano molti a rifiutare i vaccini o la chemioterapia e, al contempo, a dare credito a cure alternative prive di supporto scientifico.

Con una sorpresa: queste convinzioni non attecchiscono nelle fasce meno colte delle popolazione, come si potrebbe pensare, ma soprattutto tra professionisti e anche – in alcuni casi – esperti dei vari settori. Tipaldo ha così trattato gli argomenti dei quali parla nel suo volume “La società della pseudoscienza. Orientarsi tra buone e cattive spiegazioni” (il Mulino).

Il ricercatore ha portato diversi esempi di pseudoscienza, partendo dallo storico caso di Liborio Bonifacio, il veterinario che inventò, a suo dire, un siero a base di escrementi di capra capace di guarire i tumori, arrivando al più recente metodo Stamina, la presunta cura a base di cellule staminali di Davide Vannoni, priva di ogni fondamento scientifico ma approvata dal ministero della Salute e difesa a spada tratta dalla trasmissione televisiva Le Iene, che non ha fatto altro che alimentare la disinformazione.

Ma come possiamo noi difenderci da questa società della pseudoscienza? Tipaldo cita Umberto Eco e la sua ricetta: «Non eccedete in stupore e meraviglia nel collegamento di elementi di senso che non fanno sistema, nel dubbio non mettete punti esclamativi, di sospensione, non condividete niente».

Giacomo Porra

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